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lunedì 5 ottobre 2015

Dibattito poetico, eretico, non didattico


 Fortunatamente, oggi, esiste una domanda di arte che è importante, ovvero sembra più diffusa ed apprezzata rispetto ad altri periodi. Più libri da leggere, più pittori moderni, architetti che costruiscono con attenzione artistica, più musica di ogni tipo e genere, scultori che osano ed usano materiali nuovi. In questo panorama discutibile ma indiscutibilmente vivace, la poesia invece arranca, ci pare in crisi e non si trova niente di moderno e buono nemmeno sui post di facebook.

Roman Jacobson, che non sarebbe un qualunque, individuò nella lingua varie funzioni: emotiva (esprime stati d’animo, emozioni), referenziale (informa), persuasiva” (convince, esorta, comanda), di contatto (stabilisce un contatto con l’interlocutore), metalinguistica (riflette sulla lingua stessa come fa, ad esempio una grammatica). Poi vi è una funzione poetica che ha lo scopo di porre l’accento sul messaggio in quanto tale, ovvero sulla lingua stessa e sulle sue caratteristiche formali. Le parole hanno valore non tanto per il contenuto che esprimono, ma essenzialmente per l’armonia, il suono che generano quando s’incontrano, dopo essere state scelte e avvicinate dall’autore. Ciò ovviamente non significa che i testi poetici siano privi di contenuti; vuol dire semplicemente che nella comunicazione poetica, la forma è importante almeno quanto il contenuto.

Altri dicono che la poesia, dal greco “creazione”, è un componimento in cui le parole, unite al suono e al ritmo da esse derivanti, servono a trasmettere un messaggio, ma la verità PIU' PROFONDA ED ARTISTICA DELLA POESIA è che essa spiega un concetto talmente personale che è impossibile cingerla dentro schemi descrittivi. La poesia diventa uno strumento col quale dar sfogo alle sue emozioni, ai suoi sentimenti, alle sue paure più nascoste, è voglia di esprimere se stessi in toto. Molte volte si buttan giù versi senza capirne il senso, ma il “senso” è un qualcosa che appartiene alla sfera razionale, e ci sono cose che non possono essere razionalizzate. Esistono meccanismi che nascono da pulsioni e non da concetti logici, meccanismi che è impossibile gestire.
In un mitico film con Robin Williams, l'attimo fuggente, la sfida tra libertà e significato armonico viene vinta dalla libertà, e tutti si sono convinti che debba essere così, ma in verità la sfida era tra la libertà e la metrica ingessata ed ingessante. 
Per metrica s'intende l'insieme delle leggi che governano la composizione e la struttura dei versi. Non dobbiamo pensare che la metrica, sia qualcosa di completamente artificioso. Difatti un certo ritmo che è alla base di un determinato verso (ad es. l'endecasillabo, il più usato nell'italiano: “Divina Commedia”, poemi epico-cavallereschi, i sonetti di Petrarca, “L'Infinito” di Leopardi, ecc.) è qualcosa di connaturato nella lingua, ma quando questa diventa un bavaglio, o semplicemente un esercizio, uno sfoggio di presunzione linguistica allora perde tutto il suo pathos artistico. 
 
Viva la libertà, ma non quella libertà, sopra riportata, che spesso è sintomo nonchè sfoggio di grande ignoranza ed incapacità. Quando si dice che si scrivono versi presi dall'emozione senza capirne il senso, si degrada l'arte che deve comunque arrivare a qualcuno, stimolando qualcosa.
Parole che non vengono capite nemmeno da chi le scrive perchè preda di pulsione, non sono nulla, altrimenti ogni smile ed icona che vengono scritte diventano poesia. Non è nemmeno poesia anarchica quando chiunque può declamare "Ti vedo nel buio, ti vedo nel sole, sei con me in ogni cosa che faccio": Nessuno vede nel buio, nessuno fissa con passione il sole (altrimenti è scemo) e lasciami fuori almeno quando vai in bagno, ti sturi il naso e via dicendo.

Non ci vogliono schemi rigidi ma servono due concetti o due termini della linguistica: significante e significato. Significante (l'"immagine acustica": ritmo, musicalità, metrica). Significato (il concetto che il significante esprime).

I grandi poeti del secondo Novecento, da Ungaretti a Fortini, da Zanzotto a Luzi, Pasolini, Sereni sono stati tutti, sia pur in modi diversi, critici letterari, docenti universitari, collaboratori di quotidiani, recensori, consulenti editoriali: il loro essere poeti era strettamente collegato al riconoscimento pubblico di cui godevano (anche) in quanto critici. Si facevano capire e lo facevano molto bene.
Negli ultimi trent’anni le cose sono cambiate: il mestiere del poeta e quello del critico hanno subito una divaricazione tale da farli percepire come inconciliabili, addirittura ostili l’un l’altro; con il conseguente rischio della marginalizzazione e della incomprensione di entrambi.
Il poeta stesso sembra convinto di non poter più esercitare la sua presa di possesso sul mondo. La tendenza privatistica ed emozionale da un lato e quella celebrale, da laboratorio di scrittura dall’altro, hanno cannibalizzato lo spazio poetico ed espulso la competenza critica verso la mansione meno ingombrante del recensore, dell’esperto, del tecnico. 

Se e finchè ogni singolo essere umano si riterrà un poeta, perchè capace di scrivere più di dodici parole in fila, allora la poesia sarà pianto, pietà, disastro e talmente intimistica che verrà capita solo da chi soffre la stessa patologia, e proprio per questo continuerà a perdere di senso e consenso fino a sparire, soffocata da una valanga ignorante di faccine ridenti quanto insulse. 
(poetico: la valanga è ignorante perchè spazza via tutto quello che trova sul suo cammino)

sabato 26 settembre 2015

Quando finisce un amore


Ci sono cose sempre molto difficili da capire. In questa brevissima consulenza sentimentale si afferma che la fine di una relazione è una fase delicata ma necessaria per poter ricominciare. Giustissimo ma viene trascurato un piccolo particolare, chi ha messo fine e chi ha subito la fine. Allora se qualcuno/a è scappata con un altro/a non ci vediamo una fase molto delicata, chi è rimasto solo/a ci pare molto più delicatamente sensibile. 

Una premessa, stiamo parlando di chi ha subito la fine oppure di quei casi in cui si spegne tutto talmente lentamente che ad un certo punto uno/una abbandona e rompe la consuetudine. Se il motivo della rottura è perchè ha finalmente alternative migliori, a noi non ci riguarda. 
Quando un amore finisce bisogna darsi il tempo necessario per elaborare la cosa. L’errore è cercare subito la distrazione senza dare spazio al dolore, occorre una rielaborazione fisiologica. La prima fase della separazione porta con sé chiusura e depressione, non ci si deve spaventare ma cercare di vivere fino in fondo, con i propri tempi, questo momento delicato e difficile. La fine di una relazione durata anni è un po’ come un lutto, è un’interruzione della fase della vita, si interrompe un progetto di vita insieme e ciò che ne consegue è un senso di smarrimento, di vuoto, di instabilità. Questo può portare con sé anche una relativa perdita di identità e colpevolizzazione.
È caratteristica delle donne analizzare le situazioni, fare autoanalisi, vivere la fine di una relazione come un fallimento. La donna tende a colpevolizzarsi, e spesso questa fase è vissuta con una scarsa autostima di sé. Gli uomini invece cercano la distrazione, la compagnia degli amici, nuove avventure senza grossi coinvolgimenti. Anche se, a questo riguardo, va detto che i ruoli si stanno equiparando, i ragazzi di oggi sono più sensibili alle problematiche legate ai sentimenti, ma spesso anche no.
Se il momento di chiusura e di depressione non passa e anzi altera la vita quotidiana, impedendo il normale svolgimento degli impegni lavorativi e sociali, allora ci si deve fermare un attimo e rivolgersi a un professionista. Non bisogna avere paura di chiedere aiuto ad amici, parenti, anche se si ricevono consigli non sempre appropriati. C’è chi ha più bisogno di essere ascoltato, chi di uscire, l’importante è che lo sappiano e non ci lascino soli.

Il punto di partenza ricominciare da se stessi. Trovare nuovi stimoli, dedicarsi a interessi che si erano accantonati per la vita di coppia, affrontare nuove sfide. Reinventarsi, ma per se stessi, non per il partner. Passata la fase più difficile, si ricomincia a guardarsi in giro e si cerca di distrarsi, Si  consiglia di farlo con l’aiuto degli amici e di conoscenze nuove, per essere introdotti in nuovi ambienti, evitando la routine che si aveva in precedenza. È importante frequentare contesti diversi da quelli vissuti con l’ex.
Anche trovare una nuova immagine di sé può essere un punto di partenza. Un nuovo taglio di capelli, un nuovo look sono piccoli punti di partenza per piacersi e vedersi diversi. I maschi invece una nuova immagine possono rifarsela coltivando meglio l'intelletto e scoprendo nuovi orizzonti di curiosità.
L’obiettivo finale è di pensare che la relazione, anche se finita, ci ha lasciato comunque qualcosa di positivo, di bello, per cui ne è valsa la pena. 
Le ultime due righe sono anche vere ma difficilissime, non sempre sostenibili, comunque da questo nostro punto di vista talvolta poco umane, la sofferenza è un ricordo che rischia di infangare il tutto ed anche questo è umano. 



mercoledì 16 settembre 2015

Libera professione più forte in Europa

L'Europa, molto più del Bel Paese, sembra orientata a darsi una scrollata riformista, introducendo novità pesanti anche nel campo delle professioni. Resta da vedere se in Italia, terra di microprofessionisti poco collaborativi e sviluppati, queste novità troveranno anche utilità. 

Con i cinque punti appena delineati dal commissario europeo al mercato interno, Elzabieta Bienkowska, emerge chiaramente l'intenzione a rafforzare e ampliare il campo d'azione dei liberi professionisti in Europa, riconoscendo a questi una rappresentanza a livello di commissioni e assemblee, considerandoli ormai di fatto come imprese. Liberi professionisti più vicini al mercato dei capitali, semplificazioni sull'accesso ai finanziamenti e sviluppo di strumenti alternativi collettivi e cartolarizzati. 

Cinque punti della commissaria, per una profonda rivisitazione del settore. Il primo dei cinque punti delle linee guida  si concentra sulla necessità di formare e fare acquisire le giuste competenze tecniche ai professionisti, nonché sull'offrire a questi ultimi informazioni base relative ai fondamenti dell'economia in cui agiscono e alle valutazioni base tra costi e profitti. Dentro tale area tematica l'Unione ha incluso il capitolo Erasmus, con l'intenzione di incentivare piani di scambio internazionale tra giovani talenti. Una maggiore facilità d'accesso ai mercati e alla finanza è il fondamento dei punti due e tre.

Bienkowska, ha ribadito l'intenzione di promuovere le libere professioni, confermando quanto già disposto dalla Commissione europea prima della creazione, nel 2014, del gruppo di lavoro tecnico impegnato sul piano di azione per l'imprenditorialità 2020. Nell'arco di un mese, ha continuato il commissario, si prevede verrà adottata l'Internal market strategy, che spingerà a integrare le libere professioni sul mercato, forte anche dalla direttiva europea sulle professioni qualificate, che ha mappato più di 5 mila attività professionali.

lunedì 14 settembre 2015

Corte Giustizia UE sull'orario di lavoro

Una bella novità in difesa dei più deboli, in questo caso lavoratori vessati da un'azienda. Ogni tanto informare di queste sensibilità, che paiono datate ma che coinvolgono e sconvolgono la vita di tante persone, diventa moderno ma soprattutto civile.
Per i lavoratori senza luogo di lavoro fisso, il tempo di trasferimento dal domicilio al primo cliente della giornata e viceversa costituisce orario di lavoro. La Corte di Giustizia dell’Unione europea con una sentenza mette un paletto piuttosto consistente. Tutto parte dal ricorso di una società spagnola (Tyco) che nel 2011 ha chiuso tutti gli uffici regionali, sostituendoli con una rete di operatori dislocati sul territorio dotati di auto e cellulare di servizio. La Corte, applicando la direttiva 88/2003 sull’organizzazione dell’orario di lavoro, ha dichiarato che «nel caso in cui dei lavoratori non abbiano un luogo di lavoro fisso o abituale, il tempo di spostamento che tali lavoratori impiegano per gli spostamenti quotidiani tra il loro domicilio ed i luoghi in cui si trovano il primo e l’ultimo cliente indicati dal loro datore di lavoro costituisce orario di lavoro».
Nel caso specifico, la Tyco prevede che i suoi tecnici si rechino nelle sedi dei clienti comunicando la lista degli interventi della giornata e che possono essere distanti anche più di cento chilometri dal loro domicilio, ma considera «tempo di riposo» la percorrenza da casa al primo cliente ed il ritorno a fine giornata. Banalmente fai il primo intervento a 120 km da casa e l'orario inizia all'arrivo sul posto, finisci a 120 km, dopo averne fatti altri 200 km e con l'intervento si chiude l'orario, ovvero stai in giro 12 ore e ti considerano a riposo mentre ti fai oltre 200 km per loro che risparmiano sugli uffici regionali, l'amministratore delegato per avere escogitato questa furbata prende 200 volte lo stipendio del tecnico con l'autista per gli spostamenti. 
La Corte invece ha ritenuto che i lavoratori siano a disposizione del datore di lavoro durante i tempi di spostamento perché questi lavoratori non hanno pertanto la possibilità di disporre liberamente di questo tempo per dedicarsi ai loro interessi. La circostanza che i lavoratori comincino e terminino i tragitti presso il loro domicilio è una conseguenza diretta della decisione del loro datore di lavoro di eliminare gli uffici regionali e non della volontà dei lavoratori stessi. La Corte di giustizia, specifica che costringerli a farsi carico della scelta del loro datore di lavoro sarebbe contrario all’obiettivo di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori perseguito dalla direttiva, nel quale rientra la necessità di garantire ai lavoratori un periodo minimo di riposo.



 

martedì 14 luglio 2015

Assessment Center, indagini e selezioni per lavorare


L'Assessment Center è una metodologia di indagine in ambito lavorativo, in grado di fornire informazioni analitiche circa le competenze, le capacità, le attitudini, le motivazioni e il potenziale di sviluppo delle persone coinvolte. 


Si usa per:
  1. selezione di personale in ingresso;
  2. mappatura del patrimonio umano aziendale;
  3. valutazione del potenziale;
  4. verifica del possesso di capacità fondamentali in alcune risorse-chiave con attuale o futura responsabilità manageriale;

L'Assessment Center è uno strumento che impiega simulazioni di situazioni organizzative che consentano di rilevare una vasta gamma di competenze. Le esercitazioni agiscono da stimolo per attivare i comportamenti che si vogliono valutare.
Gli strumenti di rilevazione sono: test, in basket, questionari motivazionali, role playing per dinamiche di gruppo, colloquio individuale e altre prove individuali, ciascuno dei quali indaga su specifiche aree tematiche.

Gli esaminatori cercheranno di comprendere le vostre attitudini. Ad esempio se siete più portati al lavoro di squadra e siete in grado di collaborare con gli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune, oppure se avete capacità di leadership e se siete in grado di guidare un gruppo. Altri aspetti che vengono valutati possono essere: la capacità di gestire lo stress, di affrontare problemi complessi, le capacità di organizzazione, la propensione al rischio, la capacità di parlare in pubblico, le competenze di negoziazione e relazione, capacità di vendita, l’attitudine al cambiamento, competenze analitiche, capacità di autocontrollo, predisposizione alla gestione di gruppi di persone.

Non è utile mentire o usare stratagemmi per mostrare lati del carattere che non vi appartengono.  Durante l’assessment center gli esaminatori analizzeranno sia la vostra comunicazione verbale sia la comunicazione non verbale come il linguaggio del corpo, il tono della voce, la vostra postura, i gesti, le espressioni del viso, i movimenti, se siete capaci di fingere tenendo tutto sotto controllo o avete  una doppia personalità oppure siete bravi come Marlon Brando.

lunedì 6 luglio 2015

Abbronzatissimi con sagacia

Arriva l'estate e con essa la voglia di sole, bagni, relax ed abbronzatura, che rende più belle, più attraenti,
più sane, e più in forma. 
Non raccontiamoci storie, l'abbronzatura piace alle donne ed anche ai maschi delle ultime generazioni. Il fascino del mare è anche questo e non bisogna negarlo perchè se piace non è scandaloso. Da un po' di tempo, il buco nell'ozono, le variazioni climatiche che tendono al torrido, i livelli di ultravioletti e gli studi di medicina hanno imposto una maggiore attenzione alla tintarella, anche per quelle persone che non si scottano al primo sole o che sono disposte a soffrire in ogni occasione l'ustione da bagnasciuga. Attenzione anche alle giornate troppo calde, idratarsi sempre, ma per una pelle dorata alcuni dei seguenti dettagli sono importanti:

1) No alla tintarella disperata last minute per evitare il look mozzarella sotto l’ombrellone. In parole povere usare l’autoabbronzante tradizionale su una pelle chiara non risulta mai naturale, specie se applicato da mani inesperte, marito, fidanzato, compagno. Il rischio è schiena o gambe bicolore, non molto bello su una affollatissima spiaggia. 

2) Attenzione al trikini sexy, costumi con fessure, rombi, oblò e varie. Per iniziare uniformità di esposizione per evitare la tintarella zebrata, rigata, a pois ecc.... Una volta acquisite le strisciate diventa molto difficile uniformare il primo strato di colore.

3) Si ustiona sia la pianta che il collo del piede. Proteggere anche il piede perchè le passeggiate sul bagnasciuga con i sandali, a causa del riverbero abbronzano moltissimo. E lasciano il segno dei sandali da spiaggia sul piede. In questo caso l'eleganza richiesta nelle notti vacanziere diventa un sogno.
4) La crema solare sempre ma attenzione a non spalmare in fretta, male, dimenticare delle zone. Un consiglio amichevole per evitare di pulirsi la mano ancora piena di prodotto sulla pancia. I segni o le ustioni della difforme spalmatura raramente saranno incantevoli. Applicare la protezione con calma e accuratamente.

Fino a questo punto i consigli sono di evitare, abbronzature maculate, futuristiche, con segni e gradienti di vario tipo e colore, a stringhe, geometriche o semplicemente fantasiose, ridicole in tutti i casi, ci sono alcune altre indicazioni interessanti:
1) Il topless è rischioso, la cute del seno, particolarmente delicata e generalmente non esposta, è soggetta più facilmente a scottature. La cute del seno è anche una sorta di reggiseno naturale, è importante che sia ben idratata, soprattutto sotto il sole, in modo da mantenere un’adeguata tonicità per svolgere la funzione di sostegno. Volgarmente si corre il rischio di un seno cadente in meno tempo.
2) Le creme solari resistono all’acqua, ma non sono miracolose e durature. La protezione solare  andrebbe rinnovata ogni 4 ore oppure a certe condizioni, tipo un lungo bagno romantico e la seguente doccia per togliere il sale dalla pelle. In questo caso prima di sdraiarsi al sole, si suggerisce per il bene degli interessati di rinnovare la protezione.
3) Un ultimo consiglio estetico. In spiaggia, una bionda chioma lunga abbandonata a se stessa oltre ad essere poco comoda e gestibile, in poche ore diventa paglia, ma diventa molto brutta anche se più scura. Le bellone con i capelli al vento stanno bene al cinema, inspieggia meglio una treccia o uno chignon, e soprattutto meglio se curata con un trattamento in olio ristrutturante

giovedì 11 giugno 2015

Zodiaconsulting (nuovi saperi)

Consulenza zodiacale per conquistare uno o più uomini o meglio tutti quelli che vorrete, se siete gay si suggerisce di provare con lo zodiaco dell'altro sesso ed il gioco delle case, che rende tutto molto più complicato (ed intrigante).

Facile attirarlo, è il segno più virile dello zodiaco, adora comportarsi da uomo super, basta giocare d’astuzia e lasciarglielo fare. Indossare un abito provocante e attendere. Lasciategli la prima mossa ma provocatelo. Vedrete che parte come un caprone anche per schiantarsi.
Pazienza, Ci mette un po’ prima di provarci, ha bisogno di tempo per capire se siete voi la persona giusta. E allora armatevi di tempo e di dolcezza, frequentatelo e stategli vicino,  prendetelo per la gola che è il suo punto debole.
Complicatissimo, bisogna conquistarlo con un cervello frizzante. Le brillanti conversazioni sugli argomenti più disparati e flirtare sono la trappola migliore. Per lui la conquista è un gioco e bisogna dimostrarsi delle avversarie all’altezza.
Faticoso, ha bisogno di sentirsi al sicuro, apprezzato e compreso. Di conseguenza, forse vi ci vorrà un po’ di tempo, ma tutti i vostri sforzi dovranno essere tesi al circondarlo di attenzioni, poesia e dolcezza.
Effimero, da predatore qual è, lasciategli tutto il piacere della conquista, senza renderla troppo facile o gli toglierete gran parte del divertimento. Look femminile ed elegante, l’aspetto è la prima cosa che lo colpisce e poi dimostrategli tutta la vostra determinazione.
Razionale com’è, non sarà certo un abito provocante a farlo capitolare. È attratto dalle donne realmente interessanti, che sanno prendergli la testa. Avrà bisogno di tempo per conoscervi a fondo, studiarvi come un libro di testo.
Fashion, aspetto curato e un look raffinato ed elegante sono a dir poco indispensabili. Non si accompagnerebbe mai a donne sciatte e ha bisogno che questa eleganza si rispecchi anche in un comportamento pacato e gentile.
Tenebroso per definizione, ama le donne piene di mistero. Per lui dovrete rappresentare un’incognita, una sfida, un affascinante enigma da risolvere.
Dispersivo, per conquistare un sagittario dovrete cercare prima di tutto di attirare la sua attenzione, cosa affatto semplice dal momento che ama sempre circondarsi di mille persone.
Algido e solitario, cerca in una donna la stessa serietà che lui stesso dimostra. Per approcciarlo, cominciate a parlargli di lavoro, il suo argomento preferito. A quel punto mostrategli di comprenderlo in maniera profonda.
Fantasioso, adora le persone interessanti, attive e piene di sogni. Passerebbe ore a conversare di principi e ideali ed è importantissimo, per conquistarlo, mostrargli di essere sulla sua stessa lunghezza d’onda. Più che un abitino sexy, con lui funziona una mente piena di idee!
Passionale e sensuale, più che conquistato ama essere sedotto. Coraggio con la fantasia allora. Create una situazione romantica, la giusta atmosfera e cercate di stabilire da subito un’intesa anche fisica.

Si è scoperto infine un ulteriore segno NON astrale ma reale:
Diffuso, molto, e comunque non vi siano dubbi, i maschi sono tutti un po' maiali anche se di razze diverse, da quello rosa fino a quello molto scuro ed alcuni sono anche chiazzati, alcuni vanno nutriti, altri coccolati, ma un filo invisibile li lega a tutte le stagioni e latitudini.

mercoledì 3 giugno 2015

Orologi, arte ed esposizione da menzione


Il 17 settembre 1755: Jean-Marc Vacheron, un giovane maestro orologiaio ginevrino di 24 anni, fonda un laboratorio di orologeria e assume il suo primo apprendista con l'intento di trasmettergli il proprio savoir-faire. Il contratto tra i due rappresenta l’atto costitutivo di Vacheron Constantin, la più antica Manifattura orologiera al mondo con un'attività ininterrotta dalla sua fondazione.

Nel 2005: Vacheron Constantin festeggia 250 anni di attività. A noi questi oggetti piacciono molto, molto più dei Rolex che troviamo comuni e dozzinali, e proprio per questo si sottolinea anche se già famoso e riconosciuto.

Non li compreremo, come non compriamo arte favolosa, ma così come apprezziamo una grande opera in un museo rinomato, non possiamo che apprezzare bellezza ed ingegno, ma tante parole non esprimono bene l'ammirazione, lasciamo che siano le foto a parlare. 

Si è aperta in Cina La mostra “Geneva at the Heart of Time – The Origin of Swiss WatchmakingCulture” organizzata dal Capital Museum, China in collaborazione con il Museo  di Arte e Storia, Geneva, e Vacheron Constantin ha presentato circa 80 pezzi esclusivi della sua collezione patrimonio, tra cui il primo orologio da tasca creato da Jean-Marc Vacheron, fondatore di Vacheron Constantin.
In occasione del 65 ° anniversario delle relazioni bilaterali tra i due paesi, Vacheron Constantin e il Museo d'Arte e Storia di Ginevra, hanno orgogliosamente presentato un noto designer svizzero, Claudio Colucci e il signor Zhu Bingren, grande maestro del mestiere di lavorazione del bronzo,  per una collaborazione capace di creare uno speciale pezzo d'arte. Questa scultura in bronzo di due metri di altezza, dal nome di "The Power of Hands", raffigura due mani in movimento mentre lavorano.
 

venerdì 17 aprile 2015

Europa/Italia/Milano/Expo

Si avvicina l'apertura di Expo 2015, la vetrina dell'Italia sul mondo intero. Dopo tanta tristezza e crisi, abbiamo voglia di partecipare, di mostrarci in forma e perchè no anche con i muscoli della nostra storia e cultura, che non sempre ci ha guidato dall'inizio del nuovo millenio, ma che in fatto di nutrizione non ha rivali. Expo diventa "un'occasione da non perdere perché capita una volta nella vita di poter avere un dibattito sull'alimentazione a livello globale lungo sei mesi".

Expo sarà l'occasione per far emergere "il ruolo chiave dell'Unione europea e degli stati membri per aiutare a risolvere i problemi legati alla nutrizione e garantire a tutti un futuro più sostenibile dal punto di vista alimentare".
L'investimento complessivo della Ue per la partecipazione all'Expo 2015 è stato di 12 milioni di euro; in più è stato destinato un milione per lo sviluppo del programma scientifico. Duecento gli incontri che si terranno all'interno del Padiglione durante il semestre di Esposizione e il 'National day' europeo sarà celebrato il 9 maggio, in occasione della Festa dell'Europa.
Milano, intanto, si prepara con una nuova bellissima mostra: dal 16 aprile al 19 luglio, presso Palazzo Reale, «Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo», da non perdere e che si spera verrà visitata da tanti arrivati per Expo.
L'arrivo a Milano si considera come un detonatore per Leonardo da Vinci, non semplicemente come artista, ma per le opere di ingegno, le macchine da guerra, gli strumenti idraulici, le giostre e spettacoli teatrali e, ovviamente, opere d’arte.
Leonardo scriveva e disegnava in continuazione. Lo faceva per definire le idee, ma anche perché consapevole che le intuizioni sono effimere, spesso periture, e fosse meglio segnarle non solo per se stessi.

lunedì 26 gennaio 2015

Nella bella Verona...


Da secoli, Verona fa rima con Amore. E se Shakespeare ne ha consacrato il nome ambientando nella città scaligera l’indimenticabile “Romeo e Giulietta”, è impossibile pensare a città migliore per celebrare la propria festa degli innamorati. Ogni anno, nel periodo di San Valentino, Verona vi accoglie tra i suoi luoghi più affascinanti e storici per farvi vivere un evento romantico, emozionante e unico: Verona in Love!

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