

Immaginatevi in una festa con decine di persone in giro cercando di parlare tra di loro, musica di sottofondo e rumori vari come bicchieri di bevande che tintinnano o si rompono. In mezzo a questa cacofonia dei suoni un'amica che parla davanti a te, non molto più forte del rumore di fondo stesso. Si può ancora capire quello che sta dicendo anche se lei ti interessa comunque e non tanto per quello che senti.
C'è qualcosa nel sistema uditivo e nel sistema di elaborazione linguistica di alto livello che ti permette di mantenere un'attenzione altamente selettiva verso la tua amica, lasciandoti ascoltare il suo discorso e sullo sfondo tutto il resto.
Questo effetto, conosciuto come effetto
cocktail party, è conosciuto da lungo tempo ma l'esatta meccanica di come il cervello umano riesce ad affrontarla ha sconcertato gli scienziati da diversi anni.

Capire come il nostro cervello seleziona i suoni da ascoltare potrebbe avere nuove, utili applicazioni nello studio dei deficit attentivi, dell'autismo e dell'apprendimento del linguaggio.
Inoltre, i risultati di questo studio potrebbero aiutare a sviluppare interfacce di riconoscimento vocali più efficienti, che sappiano discernere la voce che pronuncia il comando dai rumori
in sottofondo (una abilità in cui gli esseri umani eccellono, e che invece si rivela una vera impresa per le macchine), studiare è sempre bello ed utile ma non riuscirai nemmeno con questa conoscenza a diventare la star delle feste o l'adone voluto da tutte. Servono altre strade e la prima di queste è: ascoltala veramente e non limitarti a sentire quello che dice.

Nessun commento:
Posta un commento