A provocare una dipendenza dai social network sarebbe il motivo per cui li utilizziamo. Senza tanti giri di parole, più una persona utilizza Facebook per soddisfare i propri obiettivi personali come trovare nuove persone oppure attirare l’attenzione altrui, più rischia di diventare dipendente dai social media. Sintomi: una sbirciatina breve ma frequente, un like meno del solito che scatena insicurezza, attenzione esagerata alle amicizie virtuali, una insopprimibile voglia di esserci e di commentare.
Questa dipendenza emerge da uno studio della University of Akron, che ha esaminato un campione di 301 persone di età compresa tra 18 e 68 anni.
Risulta anche che quelli che usano Facebook per stabilire nuove relazioni tendono ad essere più ossessionate dai social network, sono più estroverse e tendono a condividere più informazioni personali online, ma non sono sempre oneste nelle loro rivelazioni.
Coloro che hanno una più alta autostima inviano messaggi maggiormente positivi. Quelli o quelle che pubblicano di più e sono i maggiormente “positivi” nei post, lo fanno per rimanere in contatto con persone che già conoscono e per attirare l'attenzione degli altri.
Non abbiamo ancora la SINDROME DI FACEBOOK ma siamo arrivati ad una dipendenza da social network, un utilizzo patologico di internet che provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. I colpiti soffrono di malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet. Tossici a tutti gli effetti.
Secondo i sostenitori dell'auto-terapia, i passi da seguire per una disintossicazione da Facebook sono i seguenti:
- riconoscere di avere un problema. Senza questa presa di coscienza non è possibile sconfiggere la dipendenza.
- calcolare quanto tempo si passa su Facebook. In questo modo si avrà piena coscienza del problema e di quante ore vengono sottratte alla vita reale dall'uso del social network.
- stabilire un limite. La strategia migliore è tagliare del 60% il tempo inizialmente trascorso su Facebook. Una riduzione più drastica potrebbe essere controproducente.
- Se attive, disattivare le notifiche via e-mail. In questo modo si evita che, chiusa la porta d'ingresso principale al social network, questo bussi alle finestre e si abbia la tentazione di riaccedervi.
- ripensare a ciò che si faceva nel tempo che, ora, è occupato da Facebook e riprendere a farlo.
Un'altra possibilità e quella di rivolgersi a degli specialisti, psicoterapeuti o psichiatri. In Italia esistono già dei centri di cura dedicati a questo disturbo.
Non esiste ancora la possibilità di dematerializzarzi per vivere solo su server, social in streaming, web.5.0 rinunciando alla vita materiale, ma ci si può isolare completamente con molti schermi e vari computer, sempre in linea con amici ovunque, trovando un lavoro che lo permette. Non ci sembra sano e consigliabile ma lasciamo che siano esperti psicologi a definire questo stato.