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giovedì 14 gennaio 2016

E se Arlecchin t'invola Colombina



L'altro giorno è da me venuto Enea, E m'ha portato un orinal di piume. Cleopatra ha scorticato Marcantonio;Le femmine son peggio del demonio. (Goldoni)



Abitualmente non porta la maschera e indossa un corpetto aderente e un’ampia gonna a balze blu. La sua giacca rossa è orlata da una passamaneria dello stesso colore della gonna e il suo grembiulino, provvisto di tasche in cui infilare i messaggi d'amore, è di un candido bianco. Sul capo porta una «crestina», il fazzolettino tipico della cameriere, fermato da un nastro. Le scarpette nere semplici ma graziose hanno tacco basso e sulla fibbia c’e’ un fiocchetto azzurro. Colombina è il suo nome, furbetta e briosa servetta. A Venezia il legame tra Carnevale e maschera è indissolubile. Storicamente, i primi accenni alle maschere risalgono al 1200 quando cioè il Doge Enrico Dandolo raccontò dell’uso delle donne di Costantinopoli di passeggiare con il viso coperto.Nel seicento fiorisce la Commedia dell’Arte e nel 1700 nelle botteghe di maschere si usavano anche la tela cerata e la cartapesta. L’unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili è Colombina. E’ vivace, graziosa, bugiarda ed è di Venezia. E’ molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice è disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Con i padroni vecchi e brontoloni va poco d’ accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto. La maschera di Colombina costituisce l'evoluzione di un personaggio della Commedia dell' Arte: la Fantesca. Questa, prima di ingentilirsi in parti via via più aggraziate era stata compagna di vita e di fortuna del giullare, quando, in certe rappresentazioni, usciva sul palco o nel cerchio degli spettatori, a recitare con lui.
La Fantesca originariamente è vecchia, compare curva e rugosa mentre porta una lettera, da parte della sua padrona, contrassegnata genericamente da un cuore trafitto da una freccia. Col tempo si sveglia, ringiovanisce, si fa più procace e diviene la Zagna, la compagna dello Zanni (servo). Proprio da questa ultima trasformazione nasce il personaggio di Colombina,che organizza burlesche scene d'amore ogni qual volta gli innamorati portano sulla scena i loro sospiri. Per questo è sempre l'Amorosa o la moglie di Arlecchino, assumendo il nome di Betta, Franceschina. Diamantina, Marinetta, Violetta, Corallina o anche Arlecchina. Nelle rappresentazioni è spesso oggetto di attenzioni da parte del padrone Pantalone, la qual cosa provoca la gelosia in Arlecchino. Colombina è molto vanitosa e un po' civettuola e ci tiene ad avere un aspetto sempre ordinato e attraente. Non ha peli sulla lingua e riesce a mettere a posto qualche corteggiatore che non si comporta più che educatamente. Anche il suo eterno fidanzato, Arlecchino, deve stare ben attento, se cerca di fare lo sdolcinato con qualche altra sua collega, perché lei sa come farlo rigare dritto.
Fra gli altri nomi vanno citati Corallina, compare anche nei Memoirès di Carlo Goldoni intorno alla metà del Settecento; Ricciolina (presente già alla fine del Cinquecento nella Compagnia dei comici Gelosi interpretata da Marina Antonazzoni); Spinetta; Smeraldina (che appare in Carlo Gozzi, ne L'amore delle tre melarance e ne Il servitore di due padroni, L'uomo di mondo e altre fra le prime commedie scritte da Goldoni); talvolta perfino Arlecchina. Il personaggio di Marionette che compare nella Vedova scaltra di Carlo Goldoni è la versione raffinata di Colombina. Infine, nell'opera verista del 1892 Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Nedda, moglie di Canio, canta impersonificando Colombina nella compagnia teatrale del marito, tradendolo sia nella realtà con l'amante Silvio, che nel palcoscenico con Arlecchino citata nell'aria Vesti la giubba, meglio nota come Ridi Pagliaccio