Visualizzazione post con etichetta ambiente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ambiente. Mostra tutti i post

mercoledì 16 dicembre 2015

Come riconoscere i francobolli di valore

Le grandi rarità filateliche attraggono il grande pubblico per l’elevato valore commerciale che le accompagna. In realtà non è possibile stabilire quale sia il francobollo più costoso del mondo in quanto questa caratteristica è riservata a pochi esemplari rarissimi che richiedono non una valutazione annuale come succede per i valori normalmente presenti in un catalogo, ma una valutazione in base alla quotazione raggiunta dall'asta che ne ha eseguito la transazione o nelle trattative private (quest’ultimo è un dato difficilmente conoscibile). Il più grande collezionista di tutti i tempi è tuttora considerato Filippo De Ferrari meglio noto come "Philippe la Renotière Von Ferrary" Nato nel 1850 aveva trovato nella filatelia la sintesi di tutti i suoi studi e la grande passione della sua vita. Ereditò una immensa fortuna e destinò tre stanze del suo Palazzo Galliera di Parigi ad accogliere la sua grandiosa collezione. La storia commerciale di uno dei francobolli più rari al mondo è in grado di far luce sulle dinamiche delle transazioni d’asta: il "One Cent" magenta della Guyana del 1856.

Di questo francobollo è noto un solo esemplare al mondo (difettoso) e derivante dalla grande collezione De Ferrary. Nella sua penultima comparsa ad un'asta nel 1985 spuntò la cifra di 1.000.000 $ mentre all'ultima asta del 14 giugno 2014 venne aggiudicato per 9.500.000 $ quindi con un incremento di valore di circa 10 volte in 29 anni. Tristemente famosi sono i valori da 2 centesimi azzurro del 1851 emessi dalle Hawaii e di cui solo tre esemplari sono perfettamente conservati: uno nuovo e due usati; ogni esemplare venne stampato su carta sottilissima con la scritta “Hawaiian postage” su due righe. Nel giugno del 1882 il collezionista Gaston Leroux fu trovato assassinato nel suo appartamento parigino e la polizia fu in grado di stabilire che il movente era proprio il furto di un valore da 2 centesimi del 1851. Dopo qualche mese un poliziotto rintracciò l’esemplare rubato da un vecchio amico di Leroux, anche lui collezionista, che confessò di aver ucciso Leroux in quanto si era rifiutato di vendergli l’esemplare consentendo il completamento della sua collezione.


A= vignetta
B= dentellatra
C= margine
D= valore facciale o nominale
E= ente che ha curato la stampa
F= millesimo
G= nazionalità
H= nome del bozzettista e/o incisore
I= gomatura (sul retro)
Tutti i francobolli possono essere collezionati: ogni singolo francobollo è un vero e proprio frammento di storia unica ed irripetibile indipendentemente dallo stato di conservazione. Va però fatto notare che in filatelia (commercio, scambio, esposizioni) i francobolli difettosi o in pessimo stato di conservazione non hanno praticamente valore ad eccezione dei francobolli frazionati per l'uso postale e delle grandi rarità che una bassa percentuale di valore (5 - 10%) la conservano ugualmente. La prima distinzione va fatta tra “francobolli nuovi” e “francobolli usati”. Per francobolli nuovi si intendono quelli che non hanno assolto il loro compito di pagamento verso un servizio postale e dunque presentano al verso la loro gomma originale e nessuna traccia di bollatura postale sulla vignetta. Tra i francobolli nuovi occorre distinguere quelli la cui gomma presenta traccia di una precedente linguella e quelli mai linguellati. In base alla presenza della linguella si hanno varie categorie che ne contraddistinguono la qualità, e vengono descritte con le seguenti sigle internazionali: MNH (gomma integra, mai linguellata); MVLH (gomma con traccia di linguella quasi impercettibile); MLH (gomma con leggera traccia di linguella); MH (gomma con resti di linguella o carta). 
Per francobolli usati si intendono quelli che presentano al recto un timbro postale e la totale o parziale assenza della gomma. Nel gergo filatelico ci si riferisce ai francobolli usati come "passati per posta". Se l'annullo non presenta la data leggibile o è particolarmente deturpante si determina un variazione di quotazione solitamente in negativo ma alcuni annulli che testimoniano particolari eventi storici possono determinare una variazione di quotazione in positivo. In linea di principio il fattore che determina la quotazione ed il relativo prezzo di un francobollo è rappresentato dalla rarità. La rarità può dipendere da numerosi fattori: la durata del corso postale, la tiratura di emissione, la distruzione voluta o meno, dalla data di timbratura. Accertata la rarità, il parametro fondamentale per determinare il valore di un francobollo è la qualità. Per determinare la qualità occorre esaminare vari aspetti del francobollo:


  • I dentelli devono essere tutti presenti e di lunghezza omogenea ad eccezione di quei francobolli emessi senza dentellatura che devono presentare una buona marginatura.
  • La centratura della vignetta deve presentare una eguale porzione di margine tra i quattro lati della vignetta e la dentellatura. Nei francobolli privi emessi senza dentellatura deve esserci una buona marginatura ossia dello spazio privo di stampa intorno alla vignetta.
  • La carta non assottigliata e senza tracce di abrasione.
  • Il colore ben marcato e senza tracce di scoloritura.
  • La gomma deve essere integra e priva di ingiallimenti dovuti ad ossidazioni o attacchi fungini di "ruggine". Preferibilmente non deve contenere microgranuli derivanti dalla lavorazione ma presentare un aspetto omogeneo.
  • Se il francobollo è usato, l'annullo deve avere la data leggibile e non deve essere deturpante.
  • La vignetta spesso evidenzia piccoli particolari che differenziano il francobollo dal resto della tiratura (ad esempio le varietà di riporto o delle tavole di stampa).


Un'attenzione maggiore e particolare va prestata per valutare la differenza dei francobolli stampati da due diverse stamperie, come accadeva in passato prima dell'affermarsi delle tipografie di stato; in questo caso a volte i nomi delle ditte sono stampati in piccolo sotto la vignetta. Attualmente, in Italia i francobolli vengono stampati dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, fondato nel 1928. Altre tipografie note sono la austriaca Österreichische Staatsdruckerei, attiva dal 1850 anche per altri paesi e la inglese privata Thomas DeLaRue, attualmente una delle più grandi in assoluto al mondo nel settore delle stampe di sicurezza.

mercoledì 4 novembre 2015

In alto i calici: Arriva il Novello

Produzione in calo ma si spera che proprio per questo migliori la qualità. Sembra che saranno appena 2 milioni le bottiglie italiane di vino Novello che debutteranno nel mercato. Il trend sarebbe estremamente negativo se si considera che appena dieci anni fa, nel 2005, se ne producevano 18 milioni, ma la quantità, specie in fatto di produzione vinicola italiana, non è tutto, anzi nel belpaese spesso sono le nicchie che ci riservano grandi e gradite sorprese.
Il dato emerge alla vigilia del "debouchage" ovvero la stappatura, stabilito con decreto del ministero delle Politiche agricole, che anticipa, come di consueto, la vendita rispetto al concorrente Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal 19 novembre. Leggero, con bassa gradazione e bouquet aromatico, il Novello, introdotto in Italia nel 1987, sconta vari handicap, dal prezzo medio elevato, alla tecnologia di produzione, piu' costosa che impone il consumo entro un massimo di 4 / 5 mesi.

Il vino Novello è un vino realizzato grazie una tecnica vinificatrice molto specifica che si basa sulla macerazione carbonica delle uve non pigiate. Nella vinificazione comune, infatti, le uve vengono pigiate, mentre nel caso del vino Novello l'uva viene fatta fermentare senza pigiatura degli acini di uva, trasformando così meno zuccheri della frutta in alcol cosa che terrà basso il valore alcolico del vino che ne verrà prodotto, conferendogli il classico gusto fruttato e amabile classico del vino novello. Il Beaujolais Nouveau ha regole molto più restrittive nella produzione al contrario dell'Italia (come al solito) poiché per essere riconosciuto tale deve avere il 100% di vino prodotto secondo la fermentazione carbonica

lunedì 2 novembre 2015

Poca attenzione alla classe energetica



Sensibilità e Risparmio: Sono parole che dovrebbero da tempo aver fatto breccia nel mercato immobiliare. Concetti concreti per una casa come ecosostenibilità o rispetto ambientale, ma soprattutto un concetto semplice come il risparmio, che è positivo per tutti, invece sono ancora marginali nella richiesta dei potenziali clienti. Scopriamo purtroppo che la classe energetica conta ancora poco quando è il momento di scegliere quale casa acquistare, specialmente se non è una nuova costruzione. Solo 6 annunci su 10 riportano la classe di appartenza dell'immobile proposto.

Ancora oggi i fattori che influenzano significativamente la decisione di acquisto sono:
1) la zona in cui si trova l’immobile,
2) il prezzo 
3) la presenza o meno di un box o di un posto auto.

Pochi gli annunci certificati, nonostante l’obbligo di certificare l’immobile in caso di vendita o locazione con relativa “pubblicità” negli annunci, nelle città, le inserzioni riportano la classe energetica rappresentano solo nel 57% dei casi, mentre per gli immobili in affitto la percentuale di annunci che riporta la presenza di certificazione energetica scende addirittura al 34% del totale.

Dal 1° ottobre di quest'anno sono entrati in vigore i nuovi decreti del ministero dello Sviluppo economico che completano il quadro normativo in materia di prestazioni energetiche degli edifici. Il nuovo Apa sarà uguale per tutto il territorio nazionale e offrirà al cittadino, alle amministrazioni e agli operatori maggiori informazioni riguardo all'efficienza degli edifici e degli impianti, consentendo un più facile confronto della qualità energetica di unità immobiliari differenti. Lo scopo dovrebbe essere appunto quello di orientare il mercato verso strutture con migliore qualità energetica.

lunedì 6 luglio 2015

Abbronzatissimi con sagacia

Arriva l'estate e con essa la voglia di sole, bagni, relax ed abbronzatura, che rende più belle, più attraenti,
più sane, e più in forma. 
Non raccontiamoci storie, l'abbronzatura piace alle donne ed anche ai maschi delle ultime generazioni. Il fascino del mare è anche questo e non bisogna negarlo perchè se piace non è scandaloso. Da un po' di tempo, il buco nell'ozono, le variazioni climatiche che tendono al torrido, i livelli di ultravioletti e gli studi di medicina hanno imposto una maggiore attenzione alla tintarella, anche per quelle persone che non si scottano al primo sole o che sono disposte a soffrire in ogni occasione l'ustione da bagnasciuga. Attenzione anche alle giornate troppo calde, idratarsi sempre, ma per una pelle dorata alcuni dei seguenti dettagli sono importanti:

1) No alla tintarella disperata last minute per evitare il look mozzarella sotto l’ombrellone. In parole povere usare l’autoabbronzante tradizionale su una pelle chiara non risulta mai naturale, specie se applicato da mani inesperte, marito, fidanzato, compagno. Il rischio è schiena o gambe bicolore, non molto bello su una affollatissima spiaggia. 

2) Attenzione al trikini sexy, costumi con fessure, rombi, oblò e varie. Per iniziare uniformità di esposizione per evitare la tintarella zebrata, rigata, a pois ecc.... Una volta acquisite le strisciate diventa molto difficile uniformare il primo strato di colore.

3) Si ustiona sia la pianta che il collo del piede. Proteggere anche il piede perchè le passeggiate sul bagnasciuga con i sandali, a causa del riverbero abbronzano moltissimo. E lasciano il segno dei sandali da spiaggia sul piede. In questo caso l'eleganza richiesta nelle notti vacanziere diventa un sogno.
4) La crema solare sempre ma attenzione a non spalmare in fretta, male, dimenticare delle zone. Un consiglio amichevole per evitare di pulirsi la mano ancora piena di prodotto sulla pancia. I segni o le ustioni della difforme spalmatura raramente saranno incantevoli. Applicare la protezione con calma e accuratamente.

Fino a questo punto i consigli sono di evitare, abbronzature maculate, futuristiche, con segni e gradienti di vario tipo e colore, a stringhe, geometriche o semplicemente fantasiose, ridicole in tutti i casi, ci sono alcune altre indicazioni interessanti:
1) Il topless è rischioso, la cute del seno, particolarmente delicata e generalmente non esposta, è soggetta più facilmente a scottature. La cute del seno è anche una sorta di reggiseno naturale, è importante che sia ben idratata, soprattutto sotto il sole, in modo da mantenere un’adeguata tonicità per svolgere la funzione di sostegno. Volgarmente si corre il rischio di un seno cadente in meno tempo.
2) Le creme solari resistono all’acqua, ma non sono miracolose e durature. La protezione solare  andrebbe rinnovata ogni 4 ore oppure a certe condizioni, tipo un lungo bagno romantico e la seguente doccia per togliere il sale dalla pelle. In questo caso prima di sdraiarsi al sole, si suggerisce per il bene degli interessati di rinnovare la protezione.
3) Un ultimo consiglio estetico. In spiaggia, una bionda chioma lunga abbandonata a se stessa oltre ad essere poco comoda e gestibile, in poche ore diventa paglia, ma diventa molto brutta anche se più scura. Le bellone con i capelli al vento stanno bene al cinema, inspieggia meglio una treccia o uno chignon, e soprattutto meglio se curata con un trattamento in olio ristrutturante

venerdì 5 dicembre 2014

Perle d’Italia, Villa Nena nelle Marche

a Tolentino Marche: VILLA NENA

Storia medievale: Tolentino diventa un potente comune annettendosi borghi e castelli vicini a partire dal 1166, con l’intervento dei figli del marchese d'Ancona. La città assume i caratteri di organismo comunale liberandosi facilmente dal dominio indiretto del monastero del Ss. Salvatore di Rieti a cui era sottoposta dal 1099.
Villa Nena è una lussuosa villa aristocratica risalente agli inizi del XIX secolo. Recentemente restaurata, si è avuta grande attenzione nel preservare la sua struttura originale e le caratteristiche particolari. Situata su una collina, offre una vista panoramica sulla campagna circostante e sulla natura incantevole delle Marche. 

lunedì 6 ottobre 2014

Guida dedicata alla "Casa Museo Remo Brindisi"



In occasione della Giornata del Contemporaneo
PRESENTAZIONE DELLA GUIDA ILLUSTRATA
CASA MUSEO REMO BRINDISI
Ambiente - Architettura - Arte - Design

La “Guida” (in formato tascabile, 68 pagine, a colori, italiano/inglese) è realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Comacchio grazie al fondamentale apporto dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna. E' curata da Orlando Piraccini e Laura Ruffoni, con foto di Costantino Ferlauto, Sergio Orselli e Andrea Samaritani. Si tratta di uno strumento conoscitivo agevole e di facile consultazione, a supporto della visita alla Casa Museo Remo Brindisi, che ritrova oggi quella dimensione di integrazione tra l'architettura e le arti visive originariamente pensata e realizzata da Remo Brindisi assieme all’amica Nanda Vigo.


Il visitatore viene così sollecitato ad identificarsi con uno spazio davvero ideale, insieme fisico e “mentale”, scaturito dall’inventiva dell'architetto/designer Nanda Vigo, con i suoi originali criteri costruttivi e accorgimenti di arredo, e con le più varie presenze figurative.
Com’è illustrato nella “guida”, oggi la dimora - nella quale Remo Brindisi (1918-1996) aveva trascorso l’ultima parte della propria esistenza - ritorna a svolgere quella funzione museale che le era stata assegnata agli inizi degli anni '70. A fare gli “onoro di casa” è proprio il celebre Maestro, che con il suo straordinario atto di liberalità ha reso pubblico il proprio straordinario patrimonio d’arte.

La “guida” è suddivisa in due parti. La prima fornisce al visitatore, attraverso “schede” tematiche, un inquadramento sulle ragioni che sono state all’origine della fondazione della “casa museo” per volontà di Remo Brindisi e su progetto dell’architetto Nanda Vigo. Com’è noto, l’edificio è sorto come uno “spazio ideale” di integrazione fra ambiente, architettura e arti visive, adatto alla quotidianità di vita e di lavoro del Maestro, ma anche alla fruizione museale da parte del pubblico. Notizie specifiche riguardano poi Brindisi artista e collezionista e l’architetto Nanda Vigo, ma non mancano informazioni relative all’aspetto ambientale di Lido di Spina nella fase di costruzione della “casa museo”.
Segue un “itinerario” che conduce il visitatore nei diversi ambienti dell’edificio, partendo dal “grande cilindro” centrale che rappresenta l’elemento di raccordo e di snodo dell’intera architettura. Oltre alle caratteristiche dei singoli “spazi” (dal “salotto nero” alla “tavernetta”, dallo “studio” alla “camera da notte”, dalla “scala” al “salotto bianco”) sono indicate talune delle tantissime opere d’arte e d’arredo artistico presenti. Le pagine finali sono dedicate al “giardino delle sculture”, spazio cortilizio sul “lato mare” dell’edificio, considerato fin dall’origine come parte integrante del sistema “casa-museo”.

sabato 20 settembre 2014

La trasformazione del sale “Oro bianco del Mediterraneo”

Gli ambienti costieri del Mediterraneo sono caratterizzati dalla presenza di depositi cumuliformi bianchi spesso ricoperte da tegole.
Il Sale è l’oro bianco del Mediterraneo, estratto dal mare utilizzando l’energia del sole e del vento, il frutto delle saline, coltivazioni tradizionali quasi immutate da millenni. Da tempo immemorabile il bacino Mediterraneo è legato all’industria del sale. Il sale, ha sempre rappresentato la materia fondamentale per l’alimentazione, sia per l’apporto all’organismo che per la conservazione degli alimenti. Nel corso dei secoli, l’industria del sale è arrivata fino a noi,producendo,oltre che il sale, un ambiente non naturale ma splendidamente integrato con la natura, quello delle saline. Le saline non sono altro che un ambiente di origine artificiale,realizzato nel corso dei secoli strappando terra al mare,mediante la creazione di nuove vasche e spostando la linea di costa iniziale di alcuni chilometri. Sebbene siano di origine artificiale.le saline riproducono un ambiente naturale:quello dilaguna,che, per quanto in forme diverse,preesisteva alla creazione delle saline.



Le saline sono ambienti particolari, presentano acque molto calde d’estate e molto fredde d’inverno, La salinità è molto diversa da quella del mare, in questi ambienti possono vivere solo pochi organismi, tra i quali gli alobatteri, alcuni tra i più primitivi organismi viventi.Tutti gli organismi delle saline sono, per lo più specie eurialine ed euriterme . L’ambiente delle saline, al contrario, costituisce una particolare nicchia ecologica in cui si può praticare la piscicoltura ed in cui prosperano organismi amanti degli ambienti sovrassalati, oltre ad uccelli di tutti i tipi;sia per le condizioni climatiche, cioè forte insolazione, piogge, distribuite soprattutto nei periodi autunnali ed invernali e quasi assenti d’estate e venti frequenti ed intensi.E’ chiaro che la salina può funzionare solo in primavera-estate, mentre d’inverno riposa. Grazie alla Spira di Archimede l’acqua del mare ricca di Sali minerali viene incanalata nelle caselle dove comincia il processo di evaporazione Il processo di estrazione del sale non è inquinante: i “motori” che fanno evaporare l’acqua di mare sono il sole ed il vento, non vi sono scorie di produzione inquinanti e l’acqua,da cui ha cristallizzato il sale,viene conservata ed riutilizzata l’anno seguente.

Le spire di Archimede, che conducono l’acqua presa direttamente dal mare nella prima zona evaporante. Per la misurazione dell’acqua si utilizza il densimetro, di vetro zavorrata alla base con del piombo. Questo, graduato nella parte superiore, si immerge nell’ acqua di cui si vuole sapere la densità, e affonda fino a fermarsi in prossimità di un numeretto, che poi è il gradoBé. Le fasi successive consistono nelle continue evaporazioni che si ottengono attraverso il passaggio dell’acqua da una casella all’ altra evaporante per aumentare la densità. In queste fasi assistiamo contemporaneamente alla depurazione della acque del mare da tutti quei sali di cui sono composte, i quali partecipano alle diverse intensità. Infatti l’acqua marina non contiene solo cloruro di sodio, ma anche altri sali, di svariate densità, le cui quantità medie, contenute per mc. a 3,5° Baumè, sono rappresentate nella seguente tabella:
Carbonato di calcio/ossido di ferro kg. 0,112
Cloruro di potassio “ 0,498
Bromuro di sodio “ 0,548
Solfato di calcio “ 1,691
Cloruro di magnesio “ 3,171
Solfato di magnesio “ 3,977
Cloruro di sodio “ 28,997

Nella quarta fase l’acqua passa nelle zone evaporanti immediatamente vicine alla zona salante. Durante queste fasi l’acqua del mare assume due denominazioni:acqua Vergine e acqua Madre, che, avendo liberato il sale, è appunto diventata madre . Il ciclo di produzione del sale avviene in un arco di tempo che va da un minimo di 3 fino a 4-5 anni, a seconda delle esigenze del mercato. Questo tipo di produzione detta “pluriennale” dura ormai da 20 anni e fino a 2 anni fa era accompagnata da quella “annuale” .
1. La “produzione pluriennale”, non è altro che la produzione di sale su sale. Qui lo spessore medio dell’incrostazione salina è di 70-80 cm .
2. La “produzione annuale”, in disuso per le continue trasformazioni della salina, prevedeva una sola produzione l’anno, per uno spessore medio di circa 20 cm di sale. Mentre nella produzione annuale non c’era bisogno di alcuna produzione, in quella pluriennale c’è bisogno del cosiddetto cappotto: 40 cm di acqua madre che preserva l’incrostazione salina dallo scioglimento in caso di pioggia.
LA RACCOLTA
Nel corso del tempo, i sistemi di raccolta del sale si sono più volte modificati, fino ad arrivare all’ultimo sistema di raccolta, che consiste nella tecnica detta a travoni o pluriennale, che avviene in qualsiasi periodo dell’anno. Si evita però di praticarla nel periodo di maggiore piovosità, visto che la pioggia è il nemico numero uno della salina. Per questa raccolta si utilizzano degli escavatori, camion e una pala dinamica. L’incrostazione salina del bacino da raccogliere viene scomposta dagli escavatori, in modo che si formi un pettine e con questo sistema si può anche espellere l’acqua presente. I camions trasportano il sale ai convogliatori che lo inviano direttamente al carroponte: in questo tipo di raccolta, infatti, non si passa per l’impianto di lavaggio perché il sale viana estratto più pulito. Oltre a questa tecnica, si può fare ricorso ad altre che prevedono:
RACCOLTA A MANO, effettuata dal 15 Luglio fino a tutto Novembre dell’anno in corso.Questo sistema di raccolta praticato sino agli inizi del 900 prevedeva l’impiego di tante persone quante ne servivano per coprire l’intera larghezza del bacino. In gergo questi operai erano detti la squadra delle zappette. La crosta salina viene frantumata con una specie di zappetta. Inoltre altri operai, i palisti , posti dietro a questi, per mezzo di pale di ferro provvedevano a formare dei piccoli cumuli di sale all’interno dei bacini, poi un’altra squadra di palisti prelevava il sale dai massini e lo metteva nei sacchi di juta.Ogni sacco era tenuto in piedi da due operai, due palisti provvedevano a riempirlo ed il pesatore, per mezzo di una speciale bilancia ad imbuto, pesava il sale.Vennero in seguito introdotte le ceste di vimini ( coffe ). L’uso delle ceste è importante perché venne a coincidere con l’aumento della produzione e la formazione delle cosiddette aie di deposito all’esterno dei bacini.Per mezzo di esse, il sale veniva trasportato dai massini alle aie per formare grosse montagne dette prisma, su cui ci si arrampicava attraverso dei gradini molto pericolosi scavati nella stessa montagna.
RACCOLTA MECCANICA, effettuata dalla terza decade di Agosto fino a tutto Novembre dell’anno in corso, ad opera della macchina-raccoglitrice che sostituiva totalmente il lavoro manuale. Fu una vera rivoluzione nell’ambito del sistema lavorativo del sale, sia per la raccolta che per il trasporto “a deposito”. Infatti il sale veniva portato direttamente sulle aie di deposito. Per mezzo di carrellini, il sale passava in una complicata rete di nastri trasportatori che lo inviavano prima nell’impianto di lavaggio e poi verso i carroponti che ne permettevano l’ammassamento. Queste macchine potevano procedere sull’incrostazione salina grazie a due lunghi rulli di metallo. In questi tipi di raccolta anche la cilindratura del bacino avveniva a mano: un operaio trainava col metodo proprio dei pastori un cilindro di cemento armato per livellare il fondo del bacino prima della messa a sale. Generalmente scalzo; quest’uomo solo più tardi vide l’uso di particolari scarpe – zampette – fatte a mano e in casa dalle donne; successivamente fu introdotta la cilindratrice a motore. Il salinaro di un tempo, senza strumentazione alcuna, doveva gestire i processi evaporativi, impiegando in modo ottimale acque dolci e salate. Più che per le coltivazioni agricole, egli doveva “governare” l’acqua, il sole e il vento e le proprie energie. A differenza delle saline o degli stagni salati della costa atlantica, dove per riempire di acqua di mare le vasche veniva sfruttata l’energie delle maree, nel Mediterraneo l’innalzamento dei grossi volumi d’acqua (anche diverse migliaia di metri cubi al giorno ) avveniva mediante l’energia del vento o con i muli. Solo creando il giusto carico idraulico l’acqua è in grado di circolare all’interno della salina, un’enorme scacchiera le cui caselle di differente colorazione sono vasche collegate da chiuse e canali, ciascuna con la propria funzione nella progressiva depurazione della soluzione salina durante i processi evaporativi.

martedì 16 settembre 2014

Rievocazione Storica del Mondo Romano tra le Piazze ed Canali di Comacchio

Rievocazione storica tra le piazze e i canali di Comacchio


20 e 21 Settembre 2014
Comacchio - Area Trepponti e Palazzo Bellini
A Comacchio rievocazione del mondo romano nelle strade di Comacchio e nel Museo della Nave Romana, a cura dell'Associazione Legio Italica I e del Comune di Comacchio.


Programma
PADUSA ROMANA - DUE GIORNI NELL'ANTICA ROMA

Comacchio, 20 e 21 settembre 2014

Il Museo della Nave Romana riprende vita, in occasione del bimillenario dalla morte di Cesare Augusto. Il Museo, l'Arena di Palazzo Bellini e la Piazzetta Trepponti saranno invase pacificamente dall'antico esercito romano e da un mondo di usi, costumi e di civiltà dai primi anni della nostra era.

PROGRAMMA

Sabato 20 settembre 

Dalle 9,30 alle 12,00. Museo del Carico della Nave Romana: gli studenti della Seconda A della Scuola Secondaria di I° grado A. Zappata di Comacchio saranno a disposizione dei visitatori come piccole guide d'eccezione.

Dalle 14,00 alle 18,30. Arena di palazzo Bellini: saluto all'aquila imperiale, apertura del campo militare e avvio delle attività didattiche e dimostrazioni.

Ore 15,00. Piazza Folegatti: esercitazione e didattica sulle tecniche di combattimento dell'esercito romano.

Ore 16,00. Museo del Carico della Nave Romana: visita guidata gratuita.

Dalle 17,00 alle 18,00. Arena di Palazzo Bellini: evoluzione dell'esercito dal periodo etrusco-romano al tardo impero.

Ore 18,00. Antica Pescheria: Conferenza di Mario Cesarano "Augusto. L'uomo e il potere" – a celebrazione dei Duemila anni dalla morte di Cesare Augusto.

Dalle 21,30 alle 22,30. Via Agatopisto e Piazzetta Trepponti: rappresentazione di un rito di Iside, divinità femminile protettrice dei viaggi per mare.


Domenica 21 settembre  

Ore 10,00 – 18,00. Arena di palazzo Bellini: apertura del campo militare e avvio delle attività didattiche e dimostrazioni.

Ore 10,30. Arena di Palazzo Bellini: saluto all'aquila imperiale.

Ore 11,00. Museo del Carico della Nave Romana: visita guidata gratuita.

Dalle 12,00 alle 13,30. Piazza Folegatti: simulazione e didattica sulle tecniche di combattimento dell'esercito romano.

Ore 15,30. Piazzetta Trepponti e Antica Pescheria: rappresentazione di una scena quotidiana in una taverna, con gioco d'azzardo ai dadi, denuncia, inseguimento, processo pubblico.

Ore 17,00. Arena di Palazzo Bellini: evoluzione dell'esercito dal periodo etrusco-romano al tardo impero.

All'interno del Museo del Carico della Nave, un soldato romano di picchetto illustrerà al pubblico il proprio bagaglio personale e un marinaio racconterà  segreti della navigazione antica.

In caso di mal tempo le rappresentazioni e dimostrazioni verranno messe in scena all'interno della Sala Polivalente San Pietro.

Tutti i partecipanti e i visitatori sono invitati a vestirsi con abiti dell'epoca.
Sarà disponibile presso il Museo della Carico della Nave Romana un punto per realizzare sul posto piccole tuniche per i bambini.

martedì 2 settembre 2014

L'architettura vivace



Avete casa in campagna e state cercando idee, spunti e consigli per arredarla al meglio?

 Scegliere i complementi giusti per una residenza immersa nella natura, dove si respira aria pulita, lontana, dunque, dai ritmi e i rumori della città, è sicuramente un’impresa bella ma rischiosa, perché si rischia di sbagliare stile, identificare male la personalità della casa e dell’ambiente intorno. 
L’arredamento giusto per arredare una casa in campagna è certamente quello country rustico ma, a sorpresa, vi riveliamo che è possibile ottenere anche un risultato molto moderno  utilizzando complementi, arredi e materiali più “rurali”, creando un architettura lineare a piena di colore e vivacità

giovedì 28 agosto 2014

La tua casa, unica e speciale proprio come te

La tua casa deve essere unica e speciale proprio come te e per realizzarla gli unici limiti non sono quelli del budget, ma dell’immaginazione.
Se dunque guardandoti intorno pensi che l’immagine della tua casa sia un po’ datata, se senti il bisogno di rinnovare, di dare una sferzata di energia, di vedere la tua vita domestica "sotto una nuova luce", e di darle colore non reprimere questo desiderio… concediti un piccolo lusso, fatti un regalo.
Home Restyle ti aiuta a realizzare il tuo sogno. Allargheremo i tuoi spazi senza abbattere i muri, rinnoveremo i tuoi arredi senza sostituirli, illumineremo i tuoi ambienti senza aprire nuove finestre.