Ci sono cose sempre molto difficili da capire. In questa brevissima consulenza sentimentale si afferma che la fine di una relazione è una fase delicata ma necessaria per poter ricominciare. Giustissimo ma viene trascurato un piccolo particolare, chi ha messo fine e chi ha subito la fine. Allora se qualcuno/a è scappata con un altro/a non ci vediamo una fase molto delicata, chi è rimasto solo/a ci pare molto più delicatamente sensibile.
Una premessa, stiamo parlando di chi ha subito la fine oppure di quei casi in cui si spegne tutto talmente lentamente che ad un certo punto uno/una abbandona e rompe la consuetudine. Se il motivo della rottura è perchè ha finalmente alternative migliori, a noi non ci riguarda.
Quando un amore finisce bisogna darsi il tempo necessario per elaborare la cosa. L’errore è cercare subito la distrazione senza dare spazio al dolore, occorre una rielaborazione fisiologica. La prima fase della separazione porta con sé chiusura e depressione, non ci si deve spaventare ma cercare di vivere fino in fondo, con i propri tempi, questo momento delicato e difficile. La fine di una relazione durata anni è un po’ come un lutto, è un’interruzione della fase della vita, si interrompe un progetto di vita insieme e ciò che ne consegue è un senso di smarrimento, di vuoto, di instabilità. Questo può portare con sé anche una relativa perdita di identità e colpevolizzazione.
È caratteristica delle donne analizzare le situazioni, fare autoanalisi, vivere la fine di una relazione come un fallimento. La donna tende a colpevolizzarsi, e spesso questa fase è vissuta con una scarsa autostima di sé. Gli uomini invece cercano la distrazione, la compagnia degli amici, nuove avventure senza grossi coinvolgimenti. Anche se, a questo riguardo, va detto che i ruoli si stanno equiparando, i ragazzi di oggi sono più sensibili alle problematiche legate ai sentimenti, ma spesso anche no.
Se il momento di chiusura e di depressione non passa e anzi altera la vita quotidiana, impedendo il normale svolgimento degli impegni lavorativi e sociali, allora ci si deve fermare un attimo e rivolgersi a un professionista. Non bisogna avere paura di chiedere aiuto ad amici, parenti, anche se si ricevono consigli non sempre appropriati. C’è chi ha più bisogno di essere ascoltato, chi di uscire, l’importante è che lo sappiano e non ci lascino soli.
Il punto di partenza ricominciare da se stessi. Trovare nuovi stimoli, dedicarsi a interessi che si erano accantonati per la vita di coppia, affrontare nuove sfide. Reinventarsi, ma per se stessi, non per il partner. Passata la fase più difficile, si ricomincia a guardarsi in giro e si cerca di distrarsi, Si consiglia di farlo con l’aiuto degli amici e di conoscenze nuove, per essere introdotti in nuovi ambienti, evitando la routine che si aveva in precedenza. È importante frequentare contesti diversi da quelli vissuti con l’ex.
Anche trovare una nuova immagine di sé può essere un punto di partenza. Un nuovo taglio di capelli, un nuovo look sono piccoli punti di partenza per piacersi e vedersi diversi. I maschi invece una nuova immagine possono rifarsela coltivando meglio l'intelletto e scoprendo nuovi orizzonti di curiosità.
L’obiettivo finale è di pensare che la relazione, anche se finita, ci ha lasciato comunque qualcosa di positivo, di bello, per cui ne è valsa la pena.
Le ultime due righe sono anche vere ma difficilissime, non sempre sostenibili, comunque da questo nostro punto di vista talvolta poco umane, la sofferenza è un ricordo che rischia di infangare il tutto ed anche questo è umano.