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lunedì 4 gennaio 2016

Consulenze digressive: le località sciistiche europee più in voga

L’inverno è la stagione dello sci: giacche a vento, maglioni di lana, tute, sottotuta, scarpe e scarponi, ma anche guanti, sciarpe, occhiali da sole e casco, tutti elementi necessari per affrontare la neve. A questo si aggiungano bevande calde alla mano, polenta, fette di torta. Sciare, ciaspolare, fare fondo, attività per tutti i gusti che si accompagnano al pomeriggio in wellness e serate di tutti i tipi.
Quasi tutte le località sciistiche offrono piste adatte sia per professionisti sia per sciatori in erba, ma mentre i servizi sono normalmente alti quasi ovunque, su questo dipende dal prezzo che si vuole pagare, le località non sono tutte uguali.

La consulenza serve per questo, ognuno è capace di trovare un ottimo albergo, anche in offerta last minute, ma sciare sulla GRAN RISA è esperienza molto diversa che su altre piste.

Val d’Isere (Francia): è stata la prima stazione sciistica in Europa a munirsi di skilift. Offre svariati chilometri di piste bianche ed è molto adatta a giovani e meno giovani sciatori alle prime armi. È frequentata anche da esperti di questo sport.

Wengen (Svizzera): è il villaggio montano più bello e caratteristico di tutta la Svizzera ed è il luogo ideale per gli appassionati della tavola da snowboard.
Alagna Valsesia / Setriere (Italia): in Piemonte la località d’Alagna Valsesia fa parte del comprensorio del Monte Rosa. Qui si possono trovare piste blu e verdi per principianti e piste adatte per fare snowboard. È il luogo italiano per eccellenza dei fuori pista per sciatori professionisti. In piemonte non può mancare la segnalazione del Sestriere e di un comprensorio scistico di eccellenza. Lo sciatore non può evitarlo.

Madonna di Campiglio (Italia): Bellissima, organizzata, piena di risorse. Piste incredibili e possibilità di divertimento per tutti, Spinale, Amazzonia, impegnative ma danno sensazioni indimenticabili. Il paese è godibile anche se costoso.
Arabba, Canazei, Selva di Val Gardena, Corvara: Questo è il cuore delle Dolomiti. Probabilmente il posto migliore e più organizzato del mondo. Famosissimo il Sellaronda ovvero il giro dei 4 passi, Pordoi, Campolongo, Gardena, Sella. Una quantità di piste da non credere, facili, panoramiche, impegnative, divertenti. Di tutto e di più, il paradiso dello sci ed è in Italia. Impianti all'avanguardia, costoso ma il divertimento dello sciatore è garantito.


Kitzbuehel (Austria): è la stazione sciistica più idealizzata d’Europa. Con i suoi 170 km di piste adatte per lo sci alpinismo, sci di fondo e snowboard è sicuramente una stazione sciistica di rilievo. Quello che fa la differenza è che per gli sciatori più esperti è possibile entrare nella mitica Streif. Su questa pista si svolge ogni anno la più incredibile discesa libera della coppa del mondo. Resa leggendaria da sciatori che hanno la fatto la storia dello sport, compiendo imprese ai limiti dell'assurdo, la Streif è meta ambita da ogni sciatore per provare l'emozione del rischio.



Sicuramente abbiamo trascurato, per problemi di spazio, qualcuno che merita, come ad esempio la Valle d'Aosta, ed anche varie stazioni estere, ma da consulenti esperti possiamo affermare che in questi posti si va sul sicuro senza togliere niente a nessuno.

giovedì 19 novembre 2015

Le previsioni della scienza sulle storie d'amore




L'inizio di una relazione genera sempre entusiasmo e preoccupazioni. L'entusiasmo proviene dalla conoscenza che si acquisisce, dalla passione bruciante, dal pensiero unico che si trascina fino al momento dell'incontro, dal sentirsi insieme con un altra persona, la preoccupazione arriva quando ci si chiede se ha un futuro, o se se questa relazione sia destinata a durare? Dubbi profondi e scintillanti certezze, si alternano continuamente in questa favola d'amore, che potrebbe proseguire con e vissero felici e contenti, ma in molti casi si naufraga davanti ad un piatto non lavato oppure a "qualche momento" di considerazioni intense che vi hanno distratto da voi stesse", finendo erroneamente o casualmente a letto con altri. 
La scienza non poteva non approfondire la possibilità di prevedere come andrà a finire. Una ricerca dell'Università dell'Illinois ha classificato le relazioni in quattro distinti tipi, in base ad un'analisi di 9 mesi (ci sembrano pochi), su 376 coppie non sposate (non un campione rappresentativo di tutti), tutte di circa 20 anni ( piuttosto giovani). 
Questa la classificazione delle coppie: drammatiche (34% del totale), combattenti (12%), socialmente impegnate (19%) e incentrate sul partner (30%). Quali di queste sono destinate a durare e quali a scoppiare? Le prime, le drammatiche, fatte di alti e bassi, in cui si trascorre molto tempo per conto proprio, lontano anche da famiglia ed amici, avranno, secondo lo studio, durata breve. Stessa sorte per le coppie combattenti, i cui i litigi sono frequenti, e quelle definite socialmente impegnate che hanno alla base del loro rapporto l'interazione con amici e familiari. In questi ultimi due casi però proprio perché si discute e si interagisce molto, anche con gli altri, la relazione è più stabile del primo caso. Per essere sicuri che la nostra relazione duri in eterno, o quasi, dobbiamo mirare a diventare come quelle coppie in cui l'altro diventa "il centro del proprio universo". 
Sintesi della ricerca, o entrambi vi buttate anima e corpo, testa e cuore, applicazione ed impegno sul vostro amore ovvero sull'altro, oppure siete a rischio. Vista così, ci pare una ricerca scontata e ci sembra che molto pochi possano resistere nel tempo a questo amore autoreferenziale.
 
Per tutti quelli che non riescono o non vogliono ridursi come Barbie e Ken, allora si rischia grosso.
I sintomi che tutto sta andando in controsenso, contromano, contrologica, sono molti, elenchiamo alcuni piuttosto evidenti anche per chi non ha fine sensibilità e conoscenze psicologiche.

Mancanza di comunicazione: Se una differenza di opinioni conduce a scontri regolari allora è chiaro che qualcosa non va. Le coppie spesso evitano di discutere dei loro problemi perchè si ha la sensazione che ciò aggraverebbe ulteriormente la situazione. Ma stare in silenzio non è una soluzione. Trovate il momento per parlare in tranquillità e identificare così la causa principale del problema.
Dipendenze: Uno dei segnali più comuni e preoccupanti è quando il partner inizia a soffrire di dipendenza da alcol, da gioco d'azzardo e anche da internet. In questo caso comunicare con il vostro partner e mostrare il vostro supporto vi aiuterà sicuramente. Se il problema viene sottovalutato, sarà difficile risolverlo nel lungo periodo.
Dipendenza dal lavoro: Lavorare tutto il giorno può aiutarvi ad ottenere una promozione, ma può mettere a rischio la vostra relazione. Questo può essere un segno per il vostro partner che si preferisce trascorrere più tempo davanti al computer piuttosto che in coppia.
Passione perduta: La maggior parte delle coppie percepisce una perdita di passione dopo aver trascorso anni insieme. Se la vista del vostro amato ha cominciato a irritarvi oppure vi trovate spesso a litigare su questioni insignificanti, allora è il momento di fare un passo indietro e pensare ad alcuni modi per ravvivare il romanticismo tra di voi.
Tradimento: Se il vostro partner ha bisogno di avere rapporti al di fuori della vostra relazione, evidentemente c'è qualcosa che non va. Spesso, il tradimento è la goccia che fa traboccare il vaso in un rapporto già teso e di solito conduce alla separazione.

giovedì 12 novembre 2015

Allarme dati dei conti correnti

Uno dei peggiori attacchi informatici che si sia mai visto, è stato fatto usando un malware chiamato Dridex per prendersi l'accesso e la password di persone e svuotargli il conto in banca.
Questa notizia apparsa, con un certo livello di allarmismo, informa che recentemente l'Fbi e le forze dell'ordine britanniche hanno stretto il cerchio contro la botnet Dridex, arrestando una persona accusata di aver utilizzato il malware per infettare migliaia di computer. Dietro il virus, però,si nasconde un gruppo di criminali ben organizzato che è riuscito fino ad oggi a rubare decine di milioni di dollari in tutto il mondo. Fbi ed Europol stanno intervenendo azzerando i computer compromessi nel tentativo di fermare la propagazione della botnet di Dridex. Una nuova truffa informatica piuttosto pericolosa rischia di infettare gli apparati che usiamo di solito.
Cosa combina di male? Una volta che un computer è stato infettato, gli aggressori Dridex possono rubare le credenziali bancarie e altre informazioni personali sul sistema per ottenere l'accesso ai documenti finanziari di un utente.

Il malware di solito si propaga attraverso email di phishing che sembrano provenire da fonti accreditate, questa e-mail contiene un documento di Microsoft Word allegato al messaggio, se viene aperto l'allegato, infetta il computer. 
Dridex è anche in grado di auto replicarsi copiando se stesso sulle unità di rete e in locale, e anche su dispositivi come chiavette Usb. Così come avviene per la maggior parte degli attacchi informatici di tipo finanziario, anche Dridex cambia le tattiche in corsa.
La famiglia di malware Dridex è stata la terza più grande minaccia finanziaria con circa 29.000 rilevazioni. Un dato tuttavia in diminuzione, con un calo dell'88% rispetto al 2012. Oggi Dridex sembrerebbe rinato nella sua attività, che è ripresa ad aumentare negli ultimi mesi. I criminali dietro Dridex hanno preso di mira molti Paesi: nel 2015 guidano la classifica gli Stati Uniti, seguiti da Giappone e Germania. 

lunedì 9 novembre 2015

Digital time dell'informazione


I dati confermano quello che sembra l'evoluzione digitale del popolo, gli italiani preferiscono la Rete, per leggere le notizie ed informarsi ed ogni giorno condividono un milione di articoli e news sui social media.

Sancito l’addio alla carta, si preferiscono Web e App per l'aggionamento. La condivisione è ormai quotidiana e registra un incremento a tripla cifra negli ultimi 2 anni (+185% dal 2013 al 2015). Il fenomeno, forte di 30 milioni di condivisioni mensili, si sviluppa a partire dai 100 mila articoli di attualità prodotti dalle cento principali testate d’informazione online. Il 55% delle condivisioni sui social network si riferisce ad articoli pubblicati sui siti Web dei quotidiani cartacei.

Tramonta il rito quotidiano della lettura dei giornali di carta, ed allora diventa necessario analizzare l’offerta informativa online per approfondire la nuova dinamica di produzione e distribuzione delle notizie. Poco meno della metà della popolazione connessa a Internet produce la domanda d’informazione che si riversa online ogni giorno. Milioni di persone ricavano dal Web (12,2 milioni) e dalle App sui dispositivi mobili (4,7 milioni) le informazioni che cercano, mentre tra gli stessi utenti Internet appena il 17,6% legge abitualmente i quotidiani in formato cartaceo.

Il Web domina sulle App ed è in crescita rispetto al confronto con lo stesso dato di due anni fa, mentre la quota di preferenza verso il cartaceo rispetto al digitale rimane costante, intorno a una persona su sei. In queste analisi mancano i dati televisi che comunque sono un non trascurabile veicolo d'informazione, ma di una cosa siamo sicuri, molte più notizie e molto più in fretta ma qual'è il livello di approfondimento delle news principali? Non abbiamo risposta a questo elemento ma temiano che non sia così positiva.

mercoledì 28 ottobre 2015

Raccontare una storia per fare quattrini


New age economica, ovvero alla riscoperta di una dimensione umana per gli affari: "Restate piccoli, fate grandi prodotti". Dopo lo scoppio della crisi nel 2008, e il fallimento delle prime banche, la teoria del "too big to fail" andava per la maggiore. Troppo grande per fallire declamava vigorosamente chi sosteneva la necessità di imprese ben strutturate, al riparo da fallimenti.
Quest'espressione dal significato intuitivo, enuncia un principio per cui l’autorità monetaria non consentirebbe di cadere in stato di insolvenza (e di fallire) a una banca o ad altro intermediario finanziario di dimensioni tali da generare potenziali effetti sistemici negativi. Fino ad un certo punto sarà stato anche vero, perchè comunque ci sono stati casi di crolli clamorosi e disastrosi.

La ricetta del guru
Philip Kotler, autore di Marketing Management (20 milioni di copie, 14 edizioni) ha tracciato "Il futuro del sistema Italia". La sua ricetta per sviluppare un’idea di successo nel nostro Paese e quella di continuare a produrre ciò che il mondo apprezza dell’Italia: Moda, lusso, cibo e business su piccola scala. L’Italia ha una leadership in questi settori, pertanto dovrà privilegiare le sue eccellenze. 
Il sistema Italia può tornare protagonista senza esprimere una leadership mondiale nell’hi-tech, bisognerebbe rendere virtuosa la dimensione piuccola delle aziende, che potrebbe fare un lavoro migliore ed essere agile, senza il freno di molte grandi fabbriche e vincoli.
La chiave non è la dimensione dell’azienda, è importante assicurarsi di essere conosciuti laddove ci sono popolazioni numerose, che hanno i soldi per comprare i prodotti italiani, applicando una teoria chiamata Hidden Champions Companies, secondo la quale devi essere la migliore azienda, per una specifica classe di prodotti, che abbia un gruppo di compratori da qualche parte. La piccola azienda italiana deve trovare una nicchia di mercato e presidiarla.

Raccontare una storia, per fare questo bisogna avere un buon uomo marketing, esperto di storytelling. Tutte le aziende hanno una storia, ma ci sono molti modi per raccontarla. Un buon prodotto, per un target di clienti ben definito, che sappia attrarre finanziamenti, attraverso un racconto d’appeal anche per i media. Nella realtà di oggi vediamo che l'incapacità di farsi conoscere, promuoversi, raccontarsi, la piccolezza intellettuale che non mette in gioco sinergie e collaborazioni tra aziende, è il primo limite per la rivincita del made in Italy.


lunedì 5 ottobre 2015

Dibattito poetico, eretico, non didattico


 Fortunatamente, oggi, esiste una domanda di arte che è importante, ovvero sembra più diffusa ed apprezzata rispetto ad altri periodi. Più libri da leggere, più pittori moderni, architetti che costruiscono con attenzione artistica, più musica di ogni tipo e genere, scultori che osano ed usano materiali nuovi. In questo panorama discutibile ma indiscutibilmente vivace, la poesia invece arranca, ci pare in crisi e non si trova niente di moderno e buono nemmeno sui post di facebook.

Roman Jacobson, che non sarebbe un qualunque, individuò nella lingua varie funzioni: emotiva (esprime stati d’animo, emozioni), referenziale (informa), persuasiva” (convince, esorta, comanda), di contatto (stabilisce un contatto con l’interlocutore), metalinguistica (riflette sulla lingua stessa come fa, ad esempio una grammatica). Poi vi è una funzione poetica che ha lo scopo di porre l’accento sul messaggio in quanto tale, ovvero sulla lingua stessa e sulle sue caratteristiche formali. Le parole hanno valore non tanto per il contenuto che esprimono, ma essenzialmente per l’armonia, il suono che generano quando s’incontrano, dopo essere state scelte e avvicinate dall’autore. Ciò ovviamente non significa che i testi poetici siano privi di contenuti; vuol dire semplicemente che nella comunicazione poetica, la forma è importante almeno quanto il contenuto.

Altri dicono che la poesia, dal greco “creazione”, è un componimento in cui le parole, unite al suono e al ritmo da esse derivanti, servono a trasmettere un messaggio, ma la verità PIU' PROFONDA ED ARTISTICA DELLA POESIA è che essa spiega un concetto talmente personale che è impossibile cingerla dentro schemi descrittivi. La poesia diventa uno strumento col quale dar sfogo alle sue emozioni, ai suoi sentimenti, alle sue paure più nascoste, è voglia di esprimere se stessi in toto. Molte volte si buttan giù versi senza capirne il senso, ma il “senso” è un qualcosa che appartiene alla sfera razionale, e ci sono cose che non possono essere razionalizzate. Esistono meccanismi che nascono da pulsioni e non da concetti logici, meccanismi che è impossibile gestire.
In un mitico film con Robin Williams, l'attimo fuggente, la sfida tra libertà e significato armonico viene vinta dalla libertà, e tutti si sono convinti che debba essere così, ma in verità la sfida era tra la libertà e la metrica ingessata ed ingessante. 
Per metrica s'intende l'insieme delle leggi che governano la composizione e la struttura dei versi. Non dobbiamo pensare che la metrica, sia qualcosa di completamente artificioso. Difatti un certo ritmo che è alla base di un determinato verso (ad es. l'endecasillabo, il più usato nell'italiano: “Divina Commedia”, poemi epico-cavallereschi, i sonetti di Petrarca, “L'Infinito” di Leopardi, ecc.) è qualcosa di connaturato nella lingua, ma quando questa diventa un bavaglio, o semplicemente un esercizio, uno sfoggio di presunzione linguistica allora perde tutto il suo pathos artistico. 
 
Viva la libertà, ma non quella libertà, sopra riportata, che spesso è sintomo nonchè sfoggio di grande ignoranza ed incapacità. Quando si dice che si scrivono versi presi dall'emozione senza capirne il senso, si degrada l'arte che deve comunque arrivare a qualcuno, stimolando qualcosa.
Parole che non vengono capite nemmeno da chi le scrive perchè preda di pulsione, non sono nulla, altrimenti ogni smile ed icona che vengono scritte diventano poesia. Non è nemmeno poesia anarchica quando chiunque può declamare "Ti vedo nel buio, ti vedo nel sole, sei con me in ogni cosa che faccio": Nessuno vede nel buio, nessuno fissa con passione il sole (altrimenti è scemo) e lasciami fuori almeno quando vai in bagno, ti sturi il naso e via dicendo.

Non ci vogliono schemi rigidi ma servono due concetti o due termini della linguistica: significante e significato. Significante (l'"immagine acustica": ritmo, musicalità, metrica). Significato (il concetto che il significante esprime).

I grandi poeti del secondo Novecento, da Ungaretti a Fortini, da Zanzotto a Luzi, Pasolini, Sereni sono stati tutti, sia pur in modi diversi, critici letterari, docenti universitari, collaboratori di quotidiani, recensori, consulenti editoriali: il loro essere poeti era strettamente collegato al riconoscimento pubblico di cui godevano (anche) in quanto critici. Si facevano capire e lo facevano molto bene.
Negli ultimi trent’anni le cose sono cambiate: il mestiere del poeta e quello del critico hanno subito una divaricazione tale da farli percepire come inconciliabili, addirittura ostili l’un l’altro; con il conseguente rischio della marginalizzazione e della incomprensione di entrambi.
Il poeta stesso sembra convinto di non poter più esercitare la sua presa di possesso sul mondo. La tendenza privatistica ed emozionale da un lato e quella celebrale, da laboratorio di scrittura dall’altro, hanno cannibalizzato lo spazio poetico ed espulso la competenza critica verso la mansione meno ingombrante del recensore, dell’esperto, del tecnico. 

Se e finchè ogni singolo essere umano si riterrà un poeta, perchè capace di scrivere più di dodici parole in fila, allora la poesia sarà pianto, pietà, disastro e talmente intimistica che verrà capita solo da chi soffre la stessa patologia, e proprio per questo continuerà a perdere di senso e consenso fino a sparire, soffocata da una valanga ignorante di faccine ridenti quanto insulse. 
(poetico: la valanga è ignorante perchè spazza via tutto quello che trova sul suo cammino)

sabato 26 settembre 2015

Quando finisce un amore


Ci sono cose sempre molto difficili da capire. In questa brevissima consulenza sentimentale si afferma che la fine di una relazione è una fase delicata ma necessaria per poter ricominciare. Giustissimo ma viene trascurato un piccolo particolare, chi ha messo fine e chi ha subito la fine. Allora se qualcuno/a è scappata con un altro/a non ci vediamo una fase molto delicata, chi è rimasto solo/a ci pare molto più delicatamente sensibile. 

Una premessa, stiamo parlando di chi ha subito la fine oppure di quei casi in cui si spegne tutto talmente lentamente che ad un certo punto uno/una abbandona e rompe la consuetudine. Se il motivo della rottura è perchè ha finalmente alternative migliori, a noi non ci riguarda. 
Quando un amore finisce bisogna darsi il tempo necessario per elaborare la cosa. L’errore è cercare subito la distrazione senza dare spazio al dolore, occorre una rielaborazione fisiologica. La prima fase della separazione porta con sé chiusura e depressione, non ci si deve spaventare ma cercare di vivere fino in fondo, con i propri tempi, questo momento delicato e difficile. La fine di una relazione durata anni è un po’ come un lutto, è un’interruzione della fase della vita, si interrompe un progetto di vita insieme e ciò che ne consegue è un senso di smarrimento, di vuoto, di instabilità. Questo può portare con sé anche una relativa perdita di identità e colpevolizzazione.
È caratteristica delle donne analizzare le situazioni, fare autoanalisi, vivere la fine di una relazione come un fallimento. La donna tende a colpevolizzarsi, e spesso questa fase è vissuta con una scarsa autostima di sé. Gli uomini invece cercano la distrazione, la compagnia degli amici, nuove avventure senza grossi coinvolgimenti. Anche se, a questo riguardo, va detto che i ruoli si stanno equiparando, i ragazzi di oggi sono più sensibili alle problematiche legate ai sentimenti, ma spesso anche no.
Se il momento di chiusura e di depressione non passa e anzi altera la vita quotidiana, impedendo il normale svolgimento degli impegni lavorativi e sociali, allora ci si deve fermare un attimo e rivolgersi a un professionista. Non bisogna avere paura di chiedere aiuto ad amici, parenti, anche se si ricevono consigli non sempre appropriati. C’è chi ha più bisogno di essere ascoltato, chi di uscire, l’importante è che lo sappiano e non ci lascino soli.

Il punto di partenza ricominciare da se stessi. Trovare nuovi stimoli, dedicarsi a interessi che si erano accantonati per la vita di coppia, affrontare nuove sfide. Reinventarsi, ma per se stessi, non per il partner. Passata la fase più difficile, si ricomincia a guardarsi in giro e si cerca di distrarsi, Si  consiglia di farlo con l’aiuto degli amici e di conoscenze nuove, per essere introdotti in nuovi ambienti, evitando la routine che si aveva in precedenza. È importante frequentare contesti diversi da quelli vissuti con l’ex.
Anche trovare una nuova immagine di sé può essere un punto di partenza. Un nuovo taglio di capelli, un nuovo look sono piccoli punti di partenza per piacersi e vedersi diversi. I maschi invece una nuova immagine possono rifarsela coltivando meglio l'intelletto e scoprendo nuovi orizzonti di curiosità.
L’obiettivo finale è di pensare che la relazione, anche se finita, ci ha lasciato comunque qualcosa di positivo, di bello, per cui ne è valsa la pena. 
Le ultime due righe sono anche vere ma difficilissime, non sempre sostenibili, comunque da questo nostro punto di vista talvolta poco umane, la sofferenza è un ricordo che rischia di infangare il tutto ed anche questo è umano. 



mercoledì 16 settembre 2015

Libera professione più forte in Europa

L'Europa, molto più del Bel Paese, sembra orientata a darsi una scrollata riformista, introducendo novità pesanti anche nel campo delle professioni. Resta da vedere se in Italia, terra di microprofessionisti poco collaborativi e sviluppati, queste novità troveranno anche utilità. 

Con i cinque punti appena delineati dal commissario europeo al mercato interno, Elzabieta Bienkowska, emerge chiaramente l'intenzione a rafforzare e ampliare il campo d'azione dei liberi professionisti in Europa, riconoscendo a questi una rappresentanza a livello di commissioni e assemblee, considerandoli ormai di fatto come imprese. Liberi professionisti più vicini al mercato dei capitali, semplificazioni sull'accesso ai finanziamenti e sviluppo di strumenti alternativi collettivi e cartolarizzati. 

Cinque punti della commissaria, per una profonda rivisitazione del settore. Il primo dei cinque punti delle linee guida  si concentra sulla necessità di formare e fare acquisire le giuste competenze tecniche ai professionisti, nonché sull'offrire a questi ultimi informazioni base relative ai fondamenti dell'economia in cui agiscono e alle valutazioni base tra costi e profitti. Dentro tale area tematica l'Unione ha incluso il capitolo Erasmus, con l'intenzione di incentivare piani di scambio internazionale tra giovani talenti. Una maggiore facilità d'accesso ai mercati e alla finanza è il fondamento dei punti due e tre.

Bienkowska, ha ribadito l'intenzione di promuovere le libere professioni, confermando quanto già disposto dalla Commissione europea prima della creazione, nel 2014, del gruppo di lavoro tecnico impegnato sul piano di azione per l'imprenditorialità 2020. Nell'arco di un mese, ha continuato il commissario, si prevede verrà adottata l'Internal market strategy, che spingerà a integrare le libere professioni sul mercato, forte anche dalla direttiva europea sulle professioni qualificate, che ha mappato più di 5 mila attività professionali.

lunedì 14 settembre 2015

Corte Giustizia UE sull'orario di lavoro

Una bella novità in difesa dei più deboli, in questo caso lavoratori vessati da un'azienda. Ogni tanto informare di queste sensibilità, che paiono datate ma che coinvolgono e sconvolgono la vita di tante persone, diventa moderno ma soprattutto civile.
Per i lavoratori senza luogo di lavoro fisso, il tempo di trasferimento dal domicilio al primo cliente della giornata e viceversa costituisce orario di lavoro. La Corte di Giustizia dell’Unione europea con una sentenza mette un paletto piuttosto consistente. Tutto parte dal ricorso di una società spagnola (Tyco) che nel 2011 ha chiuso tutti gli uffici regionali, sostituendoli con una rete di operatori dislocati sul territorio dotati di auto e cellulare di servizio. La Corte, applicando la direttiva 88/2003 sull’organizzazione dell’orario di lavoro, ha dichiarato che «nel caso in cui dei lavoratori non abbiano un luogo di lavoro fisso o abituale, il tempo di spostamento che tali lavoratori impiegano per gli spostamenti quotidiani tra il loro domicilio ed i luoghi in cui si trovano il primo e l’ultimo cliente indicati dal loro datore di lavoro costituisce orario di lavoro».
Nel caso specifico, la Tyco prevede che i suoi tecnici si rechino nelle sedi dei clienti comunicando la lista degli interventi della giornata e che possono essere distanti anche più di cento chilometri dal loro domicilio, ma considera «tempo di riposo» la percorrenza da casa al primo cliente ed il ritorno a fine giornata. Banalmente fai il primo intervento a 120 km da casa e l'orario inizia all'arrivo sul posto, finisci a 120 km, dopo averne fatti altri 200 km e con l'intervento si chiude l'orario, ovvero stai in giro 12 ore e ti considerano a riposo mentre ti fai oltre 200 km per loro che risparmiano sugli uffici regionali, l'amministratore delegato per avere escogitato questa furbata prende 200 volte lo stipendio del tecnico con l'autista per gli spostamenti. 
La Corte invece ha ritenuto che i lavoratori siano a disposizione del datore di lavoro durante i tempi di spostamento perché questi lavoratori non hanno pertanto la possibilità di disporre liberamente di questo tempo per dedicarsi ai loro interessi. La circostanza che i lavoratori comincino e terminino i tragitti presso il loro domicilio è una conseguenza diretta della decisione del loro datore di lavoro di eliminare gli uffici regionali e non della volontà dei lavoratori stessi. La Corte di giustizia, specifica che costringerli a farsi carico della scelta del loro datore di lavoro sarebbe contrario all’obiettivo di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori perseguito dalla direttiva, nel quale rientra la necessità di garantire ai lavoratori un periodo minimo di riposo.



 

venerdì 31 luglio 2015

Errori ed orrori social net


ATTENZIONE: se combini guasti sul tuo profilo social, questi poi ti restano aggrappati come una sanguisuga in ogni occasione, anche e soprattutto quando non vorresti.
Qualunque sia lo scopo sociale per la tua presenza sul web, condividere foto e pensieri, sfogarsi con qualcuno, restare in contatto con gli amici, trovare lavoro o uscire con qualcuno, la base comune dei vari Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, Pinterest o Match è il profilo utente, da creare con buonsenso, evitando di commettere gli errori, e da gestire con intelligenza.
A) Si comincia capendo che non l’ha ordinato nessuno di rendere i profili social visibili ed accessibili a tutti, anzi a volte, per non dire spesso, sarebbe meglio impostarne qualcuno su "privato", così da condividere le informazioni solo con amici fidati ed approvati, e non già coi datori di lavoro attuali o potenziali, facendo molta attenzione ai tag, che aprono porte che si vorrebbero tenere chiuse.

B) Farsi trovare su un social network col proprio nome completo non è mai consigliabile, perché ci sono occasioni in cui la vita privata deve restare tale, ovvero separata da quella pubblica, ma se su Facebook è difficile usare un nome diverso da quello legale, visto che richiede verifiche, su Instagram o Twitter si può invece scegliere uno pseudonimo che permetta di postare foto o cinguettare senza rischiare di danneggiare la propria reputazione.

C) Se si decide di iscriversi al servizio col proprio nome anziché uno pseudonimo, non è davvero il caso di pubblicare una foto poco professionale come immagine del profilo. Anche altre foto come quelle di cene, più che alticci, oppure le foto della festa dove siete mascherati da drag queen, non vi onorano se e quando siete TAGGATI pubblicamente nel mondo. Divertente in quel momento, imbarazzante ad un colloquio di lavoro. Non è nemmeno indispensabile farsi tracciare sulla localizzazione, in questo momento sono qui e vai di mappa. Se siete in ferie o in viaggio di nozze e volete fare invidia agli amici, mostrando un gran bel posto, tutto bene, in molte altre occasioni, lasciate stare, anche se non è un posto da pentirsi, non è furbissimo mostrare che si è poco furbi.
D) Voi potreste scrivere sciocchezze, che potrebbero costarvi molto caro, ma attenzione a lasciare che gli amici condividano post e commenti sul vostro profilo, significa che ne approvate il contenuto. Un potenziale datore di lavoro vi potrebbe giudicare in base a quello che scrivono gli altri e non già per quello che pensate voi. Meglio dunque accertarsi che nessuno dei vostri amici pubblichi qualcosa di poco consono o sgradevole sulla vostra bacheca e, nel caso, ricordarsi che esiste la possibilità di approvare ogni contenuto prima che questo appaia sul profilo.
Infine una regola aurea che vale sempre, e per tutto ciò che scrivete. Attenzione a controllare l’ortografia, sia gli errori banali o le abbreviazioni di testo giovanili (ad esempio la "k" al posto della "ch"), perché non sembra quasi vero che abbiate laurea e master, per poi incappare nel classico "C6?", ma anche fosse "RU ready o time 4 love", non mette in bella luce "KI" scrive.
1) Il datore di lavoro può  adottare una falsa identità per ’adescare’ su Facebook il dipendente sospettato di chattare durante l’orario di lavoro mettendo così a repentaglio la sicurezza degli impianti ai quali è addetto e il regolare funzionamento dell’azienda. Lo afferma la Cassazione sottolineando che questo tipo di controllo è lecito in quanto non ha ad oggetto l’attività lavorativa e il suo esatto adempimento, ma l’eventuale perpetrazione di comportamenti illeciti da parte del dipendente. 
2) Licenziamento per aver dato della “MILF” ad una collega su facebook, Tribunale di Ivrea – Ordinanza Sezione Lavoro del 28/01/2015.
Nel caso in commento, si parla di Facebook, di colleghi di lavoro e di MILF ovvero acronimo utilizzato per indicare delle donne mature ma ancora molto belle.
In pratica, un dipendente veniva licenziato dall’azienda per cui lavorava perchè pubblicava sul proprio profilo personale facebook un post offensivo diretto all’azienda e alle colleghe.
3) Ritenuto “legittimo il licenziamento per giusta causa irrogato alla lavoratrice che formi ed inserisca in siti Internet materiale pornografico ed annunci contenenti offerte di prestazioni sessuali che identifichino la propria qualità di hostess e la compagnia aerea datrice di lavoro” (Trib. Roma, 28/01/2009),
4) allo stesso modo, lecito è stato ritenuto il licenziamento a seguito di “appropriazione da parte di un dipendente, mediante l'utilizzo di una password personale, di un indirizzario interno all'azienda (comprensivo di dipendenti e collaboratori esterni), l'installazione di esso sul computer di un'organizzazione sindacale e l'utilizzo per l'invio di e-mail fortemente critiche verso la direzione aziendale, qualora si inseriscono in una situazione conflittuale già esistente tra il dipendente e la società” (Cass. civ., 10/09/2013, n. 20715).
5) “Qualora il codice disciplinare affisso nella bacheca aziendale vieti l'accesso alla rete internet e l'utilizzo della posta elettronica per scopi personali, è legittimo il licenziamento disciplinare del dipendente che, sul computer aziendale, abbia installato un programma di "file-sharing" ed uno per l'accesso alla email personale, effettuando il "download" di foto e filmati pornografici” (Cass. civ., 11/08/2014, n. 17859).
6) Problemi possono arrivare anche nel caso di pubblicazione, con conseguente responsabilità extracontrattuale, di chi: “sul social network Facebook, pubblichi e divulghi ai terzi affermazioni lesive dell'onore e della reputazione di un utente” (Trib. Monza, 02/03/2010).
Siamo per una presenza consapevole sui social, e quanto citato serve per rafforzare proprio questa consapevolezza di tutti, restano gli stupidi perché quelli non li informi nemmeno mediante una flebo.

lunedì 27 luglio 2015

Startup di idee innovative

Alcuni dati delle startup innovative Italia, oltre 4.000 e sei su dieci stanno al Nord. Solo il 24% è a prevalenza giovanile, e solo il 13% è a prevalenza femminile. Il 73% fa servizi alle imprese. Impiegano fondi pubblici non a fondo perduto, ma in equity e rappresentano un futuro diverso per l'economia.
Un esempio di  startup intelligente che funziona, è data da chi ha inventato l’unica tecnologia al mondo in grado di riprodurre luce naturale in ambienti bui. Spettacolare, utilissima e piacevole per chi passa molto tempo in spazi chiusi. Economicamente ha già un valore importante che si spera possa cresce impetuosamente nel tempo. Complimenti.

Ma fare startup non è facile, e molte o molto spesso si incorrono in errori che possono anche diventare molto gravi quando non disastrosi:


Essere pressapochisti. Fare una startup significa avere conoscenze di marketing digitale, marketing tradizionale, finanza e amministrazione, risorse umane, organizzazione. Le carenze si pagano se non si provvede.

Incapacità d’adattarsi ai cambiamenti. L’idea vale 1 mentre l’esecuzione vale 99. È necessaria la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Banters che nessuno conosce, poteva essere come WhatsApp che tutti usano, invece è stato un grande buco nell’acqua, Skype è andato in crisi perchè non si aggiornato su tutte le piattaforme. Realizzazioni  insufficienti o sviluppi inadeguati. Instagram è l’esempio contrario, hanno fatto tante scelte sbagliate ma le hanno saputo correggere in 2 mesi.


Poco impegno. Non si può avere una società part time. Fare una startup è come fare un’impresa tradizionale. Richiede 3 o meglio 4 anni almeno di 100% del tempo dedicato a essa. E' probabile anche un impegno tale da avere poche ferie consecutive per tutto questo periodo.

Tempistica sbagliata. Ci sono casi che hanno funzionato o che hanno avuto successo solo perchè arrivati nel momento giusto. Dal momento dell’inizio a quello del go live bisogna essere velocissimi.

Pensare troppo al fatturato. Raggiungere finanziamenti importanti su valutazioni magari molto elevate è un concetto che ormai è passato come obiettivo per gli imprenditori di nuova generazione. È meglio valutare la propria azienda meno e avere tra i propri soci chi può essere di aiuto e supporto.
 

Passione, convinzione, informazione, aggiornamento, volontà, applicazione, programmazione, attenzione, ed un buon gruppo non sono solo la cornice indispensabile per dare valore economico ad una bella idea, sono i colori con cui viene realizzata l'opera.








martedì 21 luglio 2015

Dalle alte cime alle spiagge isolate, i libri per l'estate

Arrivano le vacanze e tutti, ovunque e comunque, suggeriscono i libri da ombrellone. Non possiamo toglierci da questo gioco, perchè leggere è un grande piacere, e chiunque voglia leggere deve essere favorito, informato e avere dritte. Ognuno esprima le sue idee, e sono tutte apprezzabili, pur di sviluppare pensiero, conoscenza e divertimento, anche su una bella assolata spiaggia estiva. Attenzione questa non è una classifica, l'ordine è del tutto intercambiabile.

 
Non può mancare, per tutti, il best seller per eccellenza. Ritorna il sadomaso di 50 sfumature riscritte per intero da Lui, dal primo incontro, alla prima sculacciata, alle tante sculacciate. Si ribalta completamente la narrazione degli stessi episodi visti da un osservatore molto diverso. Grey si rivela molto più realistico (oltre che inquietante al di là di ogni immaginazione) perché qui ci si imbatte brutalmente in un maschio da cui sarebbe meglio stare alla larga. Uno di quelli, tanto per dirne una, che il giorno prima ti molla un ceffone e il seguente ti invia un mazzo di fiori senza tante scuse. E' un animale feroce e famelico ma anche ferito, quindi pericoloso.

After è un fenomeno mondiale. La Paramount Pictures ne ha già acquistato i diritti cinematografici. La fanfiction di Anna Todd disegna una storia d'amore ispirandosi a Harry Styles degli One Direction, cattivo ragazzo, tutto fascino e sregolatezza. Ed è tutto dire.

Fred Vargas:  Tempi glaciali
Una caccia ai fantasmi tra demoni e strane leggende. Dai ghiacci d'Islanda alla Rivoluzione francese. Il nuovo caso per il commissario Adamsberg e la piú stravagante armata dell'Anticrimine parigina.
A cinque anni dall'ultima uscita, arriva  il nuovo attesissimo romanzo di Fred Vargas, la scrittrice francese che deve la sua notorietà al commissario Adamsberg, protagonista molto lontano dagli stereotipi del poliziesco. In questa nuova indagine l'investigatore che "spala le nuvole", come viene soprannominato per il suo disordine e per l'assenza di un vero metodo analitico, sarà alle prese con una serie di delitti avvenuti in Islanda e con una misteriosa società di adepti della Rivoluzione francese.

Nella vita ci sono momenti in cui è difficile conciliare attività professionale e vita privata. Harry Bosch si trova in uno di questi momenti. Ha una figlia adolescente di cui occuparsi, una ragazzina per cui è ormai l’unico punto di riferimento, e ha il lavoro, quello che vive da sempre come una missione, che assorbe quasi totalmente i suoi pensieri. E che si fa sempre più pressante ora che Bosch è alle prese con un caso che lo inquieta particolarmente.
Bosch, come sempre, va dritto per la sua strada e, intuendo che la morte della giovane non è stata causata dalla situazione esplosiva della città, ma è legata a un intrigo assai più complesso, si inoltra in un labirinto di indizi alla ricerca della “scatola nera”.

Il villaggio di Hesteyri nei mesi invernali è disabitato e quasi irraggiungibile. L'unico contatto con il resto dell'Islanda è un traghetto perennemente in balia del vento e del mare. In questo luogo desolato, tre giovani provenienti dalla capitale hanno deciso di ristrutturare una casa per trasformarla in un albergo. Il piccolo gruppo presto si rende conto che non solo la ristrutturazione è molto più difficile del previsto, ma anche che sul villaggio deserto aleggia un'atmosfera sinistra. I telefoni cellulari si scaricano senza motivo e una presenza indistinta sembra seguirli, lasciando tracce che suggeriscono un messaggio indecifrabile. Impossibilitati a comunicare con l'esterno, i tre possono solo aspettare che il traghetto torni a prenderli nella data stabilita, mentre la tensione tra loro continua a crescere.
Vilborg Yrsa Sigurðardóttir (Reykjavík, 24 agosto 1963) è una scrittrice islandese molto brava.

Donato Carrisi: IL CACCIATORE DEL BUIO
Bravissimo. ha esordito solo nel 2009 con Il suggeritore, ma si è subito affermato fra i maestri italiani del crime novel, diventando l'autore italiano di thriller più venduto e apprezzato all'estero.
«Se non sarà fermato, non si fermerà» Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto. Questo è il romanzo di un uomo che non ha più niente – non ha identità, non ha memoria, non ha amore né odio – se non la propria rabbia… E un talento segreto. Perché Marcus è l’ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire, anche per lui. Personaggi notevoli, storia da scoprire.

Lee Child: Il ricercato
In una desolata contea del Nebraska, un uomo fa l’autostop nella notte. Ha il naso rotto e le poche auto che passano non lo guardano nemmeno. È Jack Reacher, ex poliziotto militare, che vive ormai alla giornata ed è diretto in Virginia. Finalmente, un’auto decide di fermarsi: a bordo ci sono due uomini e una donna, tutti in uniforme aziendale. A pochi chilometri da lì, è stato scoperto un omicidio: un uomo brutalmente ucciso in una vecchia stazione di pompaggio. Un testimone ha visto due uomini con le giacche sporche di sangue allontanarsi di gran fretta e ha avvertito lo sceriffo. Ma la vittima non è un cittadino qualsiasi: per lui si mobilitano subito l’FBI, l’Antiterrorismo e perfino la CIA. Inizia così una vera e propria caccia all’uomo.

martedì 14 luglio 2015

Assessment Center, indagini e selezioni per lavorare


L'Assessment Center è una metodologia di indagine in ambito lavorativo, in grado di fornire informazioni analitiche circa le competenze, le capacità, le attitudini, le motivazioni e il potenziale di sviluppo delle persone coinvolte. 


Si usa per:
  1. selezione di personale in ingresso;
  2. mappatura del patrimonio umano aziendale;
  3. valutazione del potenziale;
  4. verifica del possesso di capacità fondamentali in alcune risorse-chiave con attuale o futura responsabilità manageriale;

L'Assessment Center è uno strumento che impiega simulazioni di situazioni organizzative che consentano di rilevare una vasta gamma di competenze. Le esercitazioni agiscono da stimolo per attivare i comportamenti che si vogliono valutare.
Gli strumenti di rilevazione sono: test, in basket, questionari motivazionali, role playing per dinamiche di gruppo, colloquio individuale e altre prove individuali, ciascuno dei quali indaga su specifiche aree tematiche.

Gli esaminatori cercheranno di comprendere le vostre attitudini. Ad esempio se siete più portati al lavoro di squadra e siete in grado di collaborare con gli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune, oppure se avete capacità di leadership e se siete in grado di guidare un gruppo. Altri aspetti che vengono valutati possono essere: la capacità di gestire lo stress, di affrontare problemi complessi, le capacità di organizzazione, la propensione al rischio, la capacità di parlare in pubblico, le competenze di negoziazione e relazione, capacità di vendita, l’attitudine al cambiamento, competenze analitiche, capacità di autocontrollo, predisposizione alla gestione di gruppi di persone.

Non è utile mentire o usare stratagemmi per mostrare lati del carattere che non vi appartengono.  Durante l’assessment center gli esaminatori analizzeranno sia la vostra comunicazione verbale sia la comunicazione non verbale come il linguaggio del corpo, il tono della voce, la vostra postura, i gesti, le espressioni del viso, i movimenti, se siete capaci di fingere tenendo tutto sotto controllo o avete  una doppia personalità oppure siete bravi come Marlon Brando.

lunedì 6 luglio 2015

Abbronzatissimi con sagacia

Arriva l'estate e con essa la voglia di sole, bagni, relax ed abbronzatura, che rende più belle, più attraenti,
più sane, e più in forma. 
Non raccontiamoci storie, l'abbronzatura piace alle donne ed anche ai maschi delle ultime generazioni. Il fascino del mare è anche questo e non bisogna negarlo perchè se piace non è scandaloso. Da un po' di tempo, il buco nell'ozono, le variazioni climatiche che tendono al torrido, i livelli di ultravioletti e gli studi di medicina hanno imposto una maggiore attenzione alla tintarella, anche per quelle persone che non si scottano al primo sole o che sono disposte a soffrire in ogni occasione l'ustione da bagnasciuga. Attenzione anche alle giornate troppo calde, idratarsi sempre, ma per una pelle dorata alcuni dei seguenti dettagli sono importanti:

1) No alla tintarella disperata last minute per evitare il look mozzarella sotto l’ombrellone. In parole povere usare l’autoabbronzante tradizionale su una pelle chiara non risulta mai naturale, specie se applicato da mani inesperte, marito, fidanzato, compagno. Il rischio è schiena o gambe bicolore, non molto bello su una affollatissima spiaggia. 

2) Attenzione al trikini sexy, costumi con fessure, rombi, oblò e varie. Per iniziare uniformità di esposizione per evitare la tintarella zebrata, rigata, a pois ecc.... Una volta acquisite le strisciate diventa molto difficile uniformare il primo strato di colore.

3) Si ustiona sia la pianta che il collo del piede. Proteggere anche il piede perchè le passeggiate sul bagnasciuga con i sandali, a causa del riverbero abbronzano moltissimo. E lasciano il segno dei sandali da spiaggia sul piede. In questo caso l'eleganza richiesta nelle notti vacanziere diventa un sogno.
4) La crema solare sempre ma attenzione a non spalmare in fretta, male, dimenticare delle zone. Un consiglio amichevole per evitare di pulirsi la mano ancora piena di prodotto sulla pancia. I segni o le ustioni della difforme spalmatura raramente saranno incantevoli. Applicare la protezione con calma e accuratamente.

Fino a questo punto i consigli sono di evitare, abbronzature maculate, futuristiche, con segni e gradienti di vario tipo e colore, a stringhe, geometriche o semplicemente fantasiose, ridicole in tutti i casi, ci sono alcune altre indicazioni interessanti:
1) Il topless è rischioso, la cute del seno, particolarmente delicata e generalmente non esposta, è soggetta più facilmente a scottature. La cute del seno è anche una sorta di reggiseno naturale, è importante che sia ben idratata, soprattutto sotto il sole, in modo da mantenere un’adeguata tonicità per svolgere la funzione di sostegno. Volgarmente si corre il rischio di un seno cadente in meno tempo.
2) Le creme solari resistono all’acqua, ma non sono miracolose e durature. La protezione solare  andrebbe rinnovata ogni 4 ore oppure a certe condizioni, tipo un lungo bagno romantico e la seguente doccia per togliere il sale dalla pelle. In questo caso prima di sdraiarsi al sole, si suggerisce per il bene degli interessati di rinnovare la protezione.
3) Un ultimo consiglio estetico. In spiaggia, una bionda chioma lunga abbandonata a se stessa oltre ad essere poco comoda e gestibile, in poche ore diventa paglia, ma diventa molto brutta anche se più scura. Le bellone con i capelli al vento stanno bene al cinema, inspieggia meglio una treccia o uno chignon, e soprattutto meglio se curata con un trattamento in olio ristrutturante