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sabato 6 febbraio 2016

Psiconsulenza: Il tonico per ogni cervello



E' provato, da uno studio scientifico francese, che leggere coinvolge due sistemi cerebrali, a prescindere dalla cultura a cui si appartiene, sia che si leggano parole scritte in alfabeto latino o con gli ideogrammi tipici del cinese o del giapponese, nessuna differenza.
È indiscutibile che leggere “faccia bene” ma ora è certo che la lettura è un vero e proprio “tonico” per il sistema nervoso. E' importante sottolineare che leggere buoni romanzi è un potente stimolo per il cervello poiché attiva molte reti di neuroni, diverse a seconda del contenuto emotivo e spaziale evocato dal contenuto del testo.
Questo secondo elemento emerge da uno studio realizzato da ricercatori americani e canadesi, che hanno sottoposto alla Risonanza Magnetica Funzionale, tecnica che permette di vedere quali aree del cervello si attivano svolgendo un certo compito, alcuni volontari mentre leggevano brani tratti da romanzi, biografie o riviste.
Il cervello ci fa vivere realmente quel che leggiamo.
La lettura sembra attivare la rete di neuroni che genera quel pensiero “ondivago” tipico della mente a riposo. E’ interessante come a seconda di ciò che si legge, si attivano solo alcuni circuiti della rete, ad esempio brani che descrivono persone e pensieri attivano la corteccia cerebrale prefrontale mediale, nella zona anteriore del cervello; brani a contenuto più fisico attivano i lobi temporali mediali e il giro temporale mediale anteriore. Il nostro cervello si attiva grazie agli input provenienti dalla lettura e ci porta ad immedesimarci in quello che leggiamo come se lo stessimo realmente vivendo. Se tutto questo non bastasse si scopre che leggendo si verifica nel tempo un vero e proprio incremento delle abilità di comprensione delle relazioni sociali, della capacità di intuizione dei sentimenti dei pensieri e delle reazioni propri ed altrui, quindi in generale dell’empatia.

Diverse e convegenti ricerche ci dimostrano che la padronanza del linguaggio scritto non è un'abilità innata ma dipende dalla capacità, mediata dall'educazione, di apprendere regole che collegano codici scritti, suoni e significati delle parole. A livello neuronale, imparare queste regole comporta alcuni cambiamenti strutturali e funzionali, soprattutto nell'area della corteccia visiva ma anche in altre regioni del cervello. 
La nostra capacità di risposta efficiente viene tarata su una specifica modalità di scrittura. Che i circuiti attivati dalla lettura di un sistema di scrittura squisitamente fonologico (come quello dell'alfabeto latino) e da uno ideografico (più legato a un elemento pittografico) fossero gli stessi non era scontato ma una volta chiarito, non ci resta che raccomandare a tutti: trovate qualcosa che vi piace e leggete ma leggete davvero e non limitatevi a guardare le solite frasi pompose sui post, sono carine, sono utili, ma sono solo i libri che fanno bene.

venerdì 22 gennaio 2016

Auto Consulenza: Tossici da social

A provocare una dipendenza dai social network sarebbe il motivo per cui li utilizziamo. Senza tanti giri di parole, più una persona utilizza Facebook per soddisfare i propri obiettivi personali come trovare nuove persone oppure attirare l’attenzione altrui, più rischia di diventare dipendente dai social media. Sintomi: una sbirciatina breve ma frequente, un like meno del solito che scatena insicurezza,  attenzione esagerata alle amicizie virtuali, una insopprimibile voglia di esserci e di commentare.

Questa dipendenza emerge da uno studio della University of Akron, che ha esaminato un campione di 301 persone di età compresa tra 18 e 68 anni. 
Risulta anche che quelli che usano Facebook per stabilire nuove relazioni tendono ad essere più ossessionate dai social network, sono più estroverse e tendono a condividere più informazioni personali online, ma non sono sempre oneste nelle loro rivelazioni.
Coloro che hanno una più alta autostima inviano messaggi maggiormente positivi. Quelli o quelle che pubblicano di più e sono i maggiormente “positivi” nei post, lo fanno per rimanere in contatto con persone che già conoscono e per attirare l'attenzione degli altri.

Non abbiamo ancora la SINDROME DI FACEBOOK ma siamo arrivati ad una dipendenza da social network, un utilizzo patologico di internet che provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. I colpiti soffrono di malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet. Tossici a tutti gli effetti.
Secondo i sostenitori dell'auto-terapia, i passi da seguire per una disintossicazione da Facebook sono i seguenti:
  1. riconoscere di avere un problema. Senza questa presa di coscienza non è possibile sconfiggere la dipendenza.
  2. calcolare quanto tempo si passa su Facebook. In questo modo si avrà piena coscienza del problema e di quante ore vengono sottratte alla vita reale dall'uso del social network.
  3. stabilire un limite. La strategia migliore è tagliare del 60% il tempo inizialmente trascorso su Facebook. Una riduzione più drastica potrebbe essere controproducente.
  4. Se attive, disattivare le notifiche via e-mail. In questo modo si evita che, chiusa la porta d'ingresso principale al social network, questo bussi alle finestre e si abbia la tentazione di riaccedervi.
  5. ripensare a ciò che si faceva nel tempo che, ora, è occupato da Facebook e riprendere a farlo.
Un'altra possibilità e quella di rivolgersi a degli specialisti, psicoterapeuti o psichiatri. In Italia esistono già dei centri di cura dedicati a questo disturbo.

Non esiste ancora la possibilità di dematerializzarzi per vivere solo su server, social in streaming, web.5.0 rinunciando alla vita materiale, ma ci si può isolare completamente con molti schermi e vari computer, sempre in linea con amici ovunque, trovando un lavoro che lo permette. Non ci sembra sano e consigliabile ma lasciamo che siano esperti psicologi a definire questo stato.

sabato 9 gennaio 2016

Consulenze semantiche: erratico, ieratico, eretico, erotico e sclerotico

Ogni persona uomo o donna che sia, vorrebbe definirsi con aggettivi che sublimano la sua essenza, ogni artista viene introdotto dagli ammiratori spesso magnificamente con parole importanti. Per non cadere nella tentazione di esaltare con "summa" esagerazione se stessi e qualcuno cui si tiene, che potrebbe non gradire, vorremmo spiegare, non proprio a tutti ma solo agli eccessivi cantori di persone, alcune definizioni:

ERRATICO: Colui che cambia posto, nomade, ma anche i blocchi rocciosi che i ghiacciai trasportano a valle. Sullo stesso significato anche instabile; irregolare, discontinuo; vagabondo. Esiste anche estensione interpretativa che lo definiscono incerto, dubbioso, disordinato oppure un fiotto di parole erratiche.
IERATICO: invece indica "Sacerdotale", per lo più con riferimento ai sacerdoti di popoli antichi. La scrittura ieratica sarebbe il tipo di scrittura geroglifica egiziana, in cui la forma corsiva è così accentuata da non permettere di riconoscervi la forma pittografica originaria, abitualmente usata dai sacerdoti. L'estensione del significato è molto più usata, definisce una cosa ovvero un atto, aspetto, gesto, parola, improntata a una compostezza sacerdotale, solenne.
Attenzione perchè usato anche con intonazione ironica, per indicare una gravità e solennità ostentata, caricata, sproporzionata al luogo o alla circostanza.

ERETICO: Colui che ha idee e posizioni divergenti rispetto al proprio gruppo; in particolare chi, pur aderendo ad una confessione religiosa (specialmente cristiana), ne mette in dubbio i dogmi o ne dà diverse interpretazioni. La figura dell'eretico non ci arriva come una figura positiva: è fondamentalmente chi, discostandosi dal seno della madre chiesa, si discosta da una verità con la 'v' maiuscola, precipitando nell'errore. L'etimologia invece ci offre un punto di vista diverso dal tradizionale: l'eretico è colui che ha compiuto una scelta, una scelta divergente. Oggi la ricchezza di questa parola nasce dalla sua emancipazione dal contesto religioso: usata in politica e nell'arte e in generale ovunque vi sia un gruppo omogeneo per credenze o idee, per valori o interessi, ci possono essere eretici, persone che scelgono di portarsi fuori dalla via usata e per questo assurgono a gloria.

EROTICO: tutti sanno cosa significa erotico, eppure per non lasciare dubbio alcuno precisiamo che deriva dal greco erotikos “dell'amore sensuale” e da eros “amore”.
Termine che designa, già in Platone, quella forza cosmica che porta gli uomini ad elevarsi, verso il bene, la bellezza o verso il mondo delle idee. Il termine classico è più ampio del significato attuale, che riguarda principalmente l'amore fisico

Per concludere aggiungiamo SCLEROTICO, che si accompagna poeticamente bene con il resto, e che nel nostro immaginario dipinge altrattanto bene i parolai di professione erratici o ieratici, forse erotici ed anche sclerotici. Finora non abbiamo trovato esempi di chi si definisce posivitamente sclerotico, ma non si può dire che in futuro diventi nobile ed altezzoso.
Scleròtico nel linguaggio medico, di tessuto o di organo che presenta sclerosi: aspetto sclerotico. In botanica, di organo (frutto, seme) modificato per lignificazione. Ed infine per i più e con significato popolarmente riconosciuto: Rigido, inerte, privo di mobilità e di flessibilità, bloccato se volete, riferito a facoltà e attività individuali, o a organismi, istituzioni, sistemi.

Ed adesso, ognuno sia quello che vuole purché si definisca con astuta precisione.