Appena 1,76 milioni di euro, contro un miliardo di
valore del mercato nel mondo. Le piattaforme sono 15, 22 i progetti promossi,
ma solo 6 chiusi con successo. Questi sono i numeri italiani del crowdfunding(dall'inglese crowd, folla e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo
in italiano, dove un gruppo di persone utilizza il proprio denaro in comune per
sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di
microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Al mondo esistono
4 tipi di Crowdfunding, il più diffuso è il reward-based che si basa su un
investimento in soldi a fronte di una ricompensa per chi investe, come ad
esempio finanziarie e sostenere un cantante emergente o un gelataio artigianale
a produrre la sua opera prima e ricevere in cambio nel primo caso un biglietto
in prima fila al suo primo concerto o una fornitura di gelati gratis per 1
mese. E forse non tutti sanno colui che ha portato alla notorietà il
crowdfunding oltreoceano è Barack Obama, pagando parte della sua campagna
elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori. Il
donation-based è un modello di crowdfunding che si basa invece su una vera e
propria donazione in denaro per sostenere la nascita un’attività o anche di un
progetto mentre il “social lending” e “peer to peer lending”, sono modelli che
si basano su un prestito da parte di soggetti privati, che vengono ricompensati
attraverso il pagamento degli interessi sul prestito.
L'Italia è stato il primo
paese al mondo a dotarsi di una regolamentazione normativa crowdfunding. Con il
Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito con la legge di conversione17 dicembre 2012, n. 221) recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del
Paese” (noto anche come “Decreto crescita bis”) agli artt. 25-32. In sintesi il
Decreto crescita bis ha disciplinato la «start-up innovativa», introdotto nel Testo Unico della Finanza l'art.50 quinquies «gestione di portali per la raccolta di capitale per le
start-up innovative» e l'art.100 ter «offerte attraverso portali per la raccolta di capitali», delegando a Consob la disciplina applicabile alla gestione dei portali ed alle
offerte per la raccolta di capitale. Molti ritengono che il crowdfunding moderno sia una rielaborazione di pratiche
storiche risalenti al Settecento e all'Ottocento. Alla fine dell'ottocento la rivita
The World, di proprietà di Joseph Pulitzer, lanciò una raccolta di
fondi dal basso per finanziare il piedistallo e l'installazione della Statua della Libertà, dopo che il Comitato preposto era riuscito a raccogliere solo
150.000 dei 300.000 dollari necessari. In cinque mesi raccolse 100mila dollari
ed il world ringraziò tutti i 25mila donatori pubblicando i loro nomi. Questa è l’idea alla base del finanziamento collettivo. La cosa divertente è
che chiunque può accedere alla raccolta fondi digitale, per finanziare ogni
genere di progetti e senza passare per banche o istituti di credito. Nella
maggior parte dei casi il luogo virtuale in cui avviene la raccolta sono
piattaforme digitali, grandi siti web che raggruppano centinaia e migliaia di proposte
a seconda della tematica. Gli utenti possono leggere in cosa consiste l’idea e
decidere di versare una quota e partecipare alla sua realizzazione. Esistono,
però, anche campagne “fai da te”, cioè lanciate da un singolo utente o da un
gruppo. Il principio guida è quello di fissare una cifra da raccogliere e un
tempo limite per farlo. Di norma le piattaforme più diffuse come Kickstarter si
comportano secondo la filosofia del tutto –o-niente: in caso di mancato
obiettivo a chi si è offerto di mettere i soldi non viene addebitato nulla.
Altre piattaforme, invece, accettano anche un finanziamento parziale, che
versano al propositore che può decidere se restituirli o farseli bastare. Chi
sovvenziona, generalmente riceve in regalo un gadget (dalla maglietta, alla
spilla, etc.) in ogni caso per il servizio le piattaforme di crowdfunding
trattengono per il loro servizio una percentuale che si aggira intorno al 5%.
Il caso Ecco alcuni dei progetti più famosi, tra storie di successo e
incredibili flop.
Coolest Cooler è il progetto che ad oggi ha ricevuto più
finanziamenti nella storia della piattaforma di crowdfunding Kickstarter. In
Italia, la campagna di crowdfunding che ha raccolto più adesioni è stata quella
per la ricostruzione della Città della Scienza, il polo scientifico di Napoli
distrutto da un incendio doloso a marzo 2013, che ha raccolto oltre un milione
di euro.
All'opposto, invece, nel giro di appena
dieci mesi, il drone Zano è passato da maggior successo a maggior fallimento
del crowdfunding in Europa: dalla raccolta di 2,9 milioni di euro alla
bancarotta: una piccola azienda gallese chiamata
Torquing ha stabilito il record europeo di raccolta fondi su Kickstarter:
dodicimila persone hanno pagato 2,3 milioni di sterline (2,9 milioni di euro,
al cambio dell’epoca) per finanziare la produzione di un nuovo modello di
drone, molto piccolo, dotato di videocamera e pilotabile via smartphone,
chiamato Zano . Dieci mesi dopo, a metà novembre, la Torquing ha dichiarato
fallimento: gli Zano non hanno mai preso il volo e i soldi non sono stati
restituiti agli investitori. Ad onor del vero bisogna sottolineare che
il alcune situazioni viene in aiuto anche dei più deboli. Karen Klein, 68enne
autista di un pulmino scolastico nella città di Greece, vicino a New York era
stata molestata e insultata verbalmente dai giovani passeggeri del mezzo. Il
video delle molestie era stata pubblicato online nel luglio 2012, suscitando
scalpore e indignazione in Rete.
È partita allora una raccolta fondi sulla
piattaforma statunitense Indiegogo per offrire all’anziana guidatrice una
meritata vacanza. Ma la cosa è sfuggita un po’ di mano agli organizzatori,
tanto che invece dei 5mila dollari previsti, ne sono stati messi insieme più di
700mila. La signora tuttavia non si è dimostrata avida: ha usato quei soldi non
solo per farsi la vacanza dei sogni, ma anche per lanciare una fondazione
contro il bullismo. Quanto detto finora dimostra come questo strumento potrebbe
realmente rappresentare un’importante ed innovativa opportunità per giovani
sconosciuti di realizzare i loro progetti, per garantire loro una maggiore
autonomia e indipendenza dai colossi dell’industria meglio sarebbe trovare
anche una soluzione fiscale che garantisca eguaglianza e pari trattamento tra
le categorie.
L’articolo 793 del codice civile prevede infatti che la donazione
possa essere gravata da un onere, “entro i limiti del valore della cosa
donata”che il donatario è obbligato ad adempiere. L’onere non deve essere però
“tale da snaturare” la donazione stessa e non deve essere considerato come un
corrispettivo dell’attribuzione. Il fatto che un utente effettui una donazione
per ottenere in cambio una ricompensa come ad esempio un album, una scultura o
un ingresso a una performance teatrale assomiglia infatti, più che ad una
donazione modale, ad un’azione a prestazioni corrispettive come la
compravendita, ma che nei fatti non prevede alcun obbligo fiscale da parte di
chi riceve la somma di denaro. Non esisterebbe alcuna differenza, per esempio,
tra il musicista che spende il proprio denaro per produrre il proprio album, e
che poi vendendolo al pubblico ha l’obbligo di pagare le tasse sui ricavi
ottenuti dalle vendite ed il musicista che “regala” il proprio album a coloro
che hanno pagato per finanziarlo, che però non deve pagare alcun tipo di tassa
sulla somma ricevuta, in quanto donazione.