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venerdì 25 novembre 2016

Nuove parole, termini impropri ed emozioni inspiegate

Lo "Sbreaging", parola appena inventata che inglesizza (inventata anche questa), un italico sbragare del tutto, in questo caso e senza l'autorizzazione dell'accademia della crusca, significa che troppi usano termini tecnici, stranieri, complicati, in modo inappropriato e troppo spesso, solo per infiorettare discorsi che non hanno nessun interesse, logica e senso.

Questo vale in Italia ma anche nel resto del mondo non andiamo molto bene, ed anche nelle terre anglofone, emergono termini abbastanza astrusi.
Il primo di questi è la parola dell’anno scelta dall’Oxford Dictionaries: POST TRUTH, post-verità. Locuzione aggettivale che si applica a "circostanze in cui i fatti obiettivi sono meno influenti nel modellare l’opinione pubblica degli appelli emotivi e delle convinzioni personali". Il termine non è di nuovo conio, sarebbe in uso da almeno una decina d’anni, ma la sua frequenza d’uso quest’anno è aumentata del 2000% rispetto al 2015, in coincidenza con il referendum britannico e con al campagna per la Casa Bianca.
Altro neologismo inglese, ADULTING, che potrebbe tradursi con rendersi adulti, nel senso di far propri quegli atteggiamenti socialmente attribuiti ad una persona matura, adulta appunto. Molto usato anche negli Stati Uniti, questo nome trasformato in azione racchiude in sè le difficoltà dei millennials, destinati a raggiungere tappe fondamentali della vita adulta, come farsi una famiglia, comprar casa, molto più tardi rispetto alle generazioni precedenti.

Grande moda per HYGGE, intimità, è la via danese alla felicità. Scoperta dai britannici, la stanno utilizzando in maniera massiccia per affermare il sentirsi soddisfatti o l’atmosfera accogliente, piacevole, intima, i rapporti equilibrati, la capacità di godersi il momento.

Tornando in Italia IMPAZZANO ovunque:
 
banking - servizi bancari 
coding - programmazione di software per computer e web
cheating - il copiare, copia durante una verifica a scuola 
criptomoneta - una moneta digitale, virtuale, che esiste solo nel web disposofobia - accumulo patologico, detto di persona che accaparra tutto ciò che trova alla sua portata 
fotodepilazione - è l'eliminazione dei peli superflui del viso e del corpo usando uno speciale tipo di luce detta ad alta intensità, che agisce sul bulbo pilifero 
cooking show – programma televisivo dedicato alla cucina
poltronismo - la preoccupazione che hanno alcuni uomini politici di ricoprire incarichi, ossia di occupare poltrone
svapare - Fumare una sigaretta elettronica, emettendo il caratteristico vapore simile al fumo. Non si è ancora capito se le sigarette elettroniche facciano meno male, intanto il termine è entrato nella lingua parlata tanto da essere impressa nel vocabolario. 
bartender - Colui che all’interno di un bar prepara e serve i cocktail. Un nuovo termine per un lavoro sempre più specifico che tende alla spettacolarizzazione.

Per completare e per criticare duramente l'eccesso di terminologia anglofona
nelle nostre terre che se talvolta è necessaria, molto spesso invece appare insulsa ed inadeguata, usata per cercare di dare luce a cervelli spenti che provando ad essere Sir e Milady riescono ad apparire come George e Mildred.

USATE L'ITALIANO cani rognosi (mangy dogs)
ABSTRACT = RIASSUNTO
APPEAL = ATTRAZIONE
AUDIENCE = PUBBLICO
BIG = GRANDE
BOSS = CAPO
BRAND = MARCA
BREAK = PAUSA
BUSINESS = AFFARI
FASHION = MODA
FLOP = FIASCO
FITNESS = ALLENAMENTO
FOOD = CIBO
GOSSIP = PETTEGOLEZZO
LIGHT = LEGGERO

LOCATION=AMBIENTE, AMBIENTAZIONE
LOOK = ASPETTO
MATCH = PARTITA
MEETING = RIUNIONE
MISSION = MISSIONE, SCOPO
NEWS = NOTIZIE
OPEN = APERTO
PREMIER = PRIMO MINISTRO
SNACK = MERENDA
STAFF = PERSONALE
TEAM = SQUADRA
TICKET = BIGLIETTO

WEEKEND = FINE SETTIMANA
WORKSHOP = SEMINARIO


e lasciarei perdere del tutto gli stakeholder che sono semplici interessati.

















mercoledì 12 ottobre 2016

Frasi formidabili, discorsi, detti famosi e famigerati

Molto spesso ci si sbaglia tra comunicatività e verbosità, serietà e seriosità, e si scambia la chiarezza con la rozza durezza, la banalità con la popolarità, il coinvolgimento con la piccolezza, e l'umorismo con la ridicolaggine. 

Comunicare è anche arte e dote, non tutti possono avere le stesse caratteristiche ma spesso ci si confonde, credendo che paroloni e concetti astratti difficili, rendano eloquente nonchè colto chi parla.

Se farsi capire più che parlare è complicato, fare un discorso in pubblico è anche più difficile, e per questo ogni discorso che si voglia fare va assolutamente preparato, per evitare di dire sciocchezze inenarrabili che vi marchieranno per sempre solo per aver seguito l'entusiasmo. 
In questo caso non si vuole fare il manualetto sul public speaking, ma riportare discorsi famosi, famigerati, discutibili ma che alla fine sono rimasti nella memoria di tutti e nella storia. 
Leggere per capire!


Si inizia con:

 

Adolf al Reichstag

Per anni abbiamo sofferto la tortura del Diktat di Versailles che è diventato per noi ormai intollerabile. Danzica era ed è una città Tedesca. Il Corridoio di Danzica era ed è in Germania. Entrambi questi territori devono il loro sviluppo culturale esclusivamente al popolo Tedesco. Danzica è stata però separata dalla Germania e il Corridoio annesso alla Polonia. Come avviene in altri territori Tedeschi dell’Est, le minoranze Tedesche che vi vivono sono maltrattate nel modo più angoscioso. Negli anni 1919 e 1920 più di 1,000,000 di persone di sangue Tedesco sono state costrette a lasciare la madre patria.

Ho tentato più volte con mezzi pacifici di proporre la revisione dell’iniquo Trattato ed è una menzogna affermare che volevamo ottenerla con la costrizione. Quindici anni prima che il Partito Nazional Socialista salisse al potere c’è stata l’opportunità di concretizzare questa revisione con accordi ed intese pacifiche.


Benito alla nazione

Combattenti di terra, di mare, dell'aria.
Camicie nere della rivoluzione e delle legioni.
Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno d'Albania.
Ascoltate!
Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria.
L'ora delle decisioni irrevocabili.
La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano.
Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste parole: frasi, promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue Stati.
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.

Nikita al comitato centrale

Compagni,
Nel rapporto del Comitato Centrale del Partito al XX Congresso, in numerosi discorsi dei delegati al Congresso stesso ed anche prima, durante la sessione plenaria del CC-PCUS, si è parlato molto del culto della per­sonalità e delle sue dannose conseguenze.

Dopo la morte di Stalin il Comitato Centrale del Partito cominciò ad attuare una politica intesa a spiegare, concisamente e coerentemente che non è lecito ed è estraneo allo spirito del marxismo-leninismo esaltare una sola persona, e trasformarla in un superuomo in possesso di doti sovrane naturali simili a quelle di un Dio.

Un simile uomo è ritenuto in grado di sapere tutto, vedere tutto, pen­sare per tutti, fare qualsiasi cosa ed essere infallibile nella propria con­dotta.

Un simile culto per un uomo, e precisamente per Stalin, è stato diffuso tra di noi per molti anni.


Frasi dette all’assemblea dell’ONU

Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, 1987

«Prima di rivolgersi a quelle teste calde che propongono azioni militari come l’invasione, si ricordi, presidente Reagan, che Rambo esiste solo nei film»

Un altro attacco agli Stati Uniti, questa volta per bocca del presidente del Nicaragua Ortega, forte critico della politica statunitense nell’America Centrale. In particolare per i finanziamenti ai gruppi armati contras e il sostegno della dittatura di Anastasio Somoza Garcia che, secondo Ortega “ha dissanguato i nicaraguensi”. La reazione del delegato degli Stati Uniti è stata quella di andarsene: “i nicaraguensi saranno rimasti seduti ad ascoltare, io no”.


Hugo Chávez, presidente del Venezuela, 2006

«Ieri il diavolo è passato di qua, si sente ancora puzza di zolfo»
Chávez è solito a uscite provocatorie e l’assemblea dell’ONU è uno dei suoi palchi preferiti. In quest’occasione l’attacco era diretto a George W. Bush, paragonato nientemeno che a Satana. Qualche anno dopo Chavez si è autocitato, dichiarando che «non c’è più odore di zolfo» da quando Obama è diventato presidente.


Omar al-Bashir, presidente del Sudan, 2006

«Il quadro che hanno dipinto le organizzazioni di volontari per sollecitare assistenza e aiuto ha portato a conseguenze negative»
Al-Bashir ha negato che in Darfur fosse in corso un genocidio, accusando invece le organizzazioni non governative occidentali di aver orchestrato un piano per ricevere più finanziamenti. Bashir, insieme ad Ahmadinejad, ha inoltre accusato Israele di aver diffuso menzogne per indebolire il governo sudanese.

Mahmoud Ahmadinejad, presidente dell’Iran, 2008

«La dignità, l’integrità e i diritti di americani ed europei sono messi in pericolo da un piccolo ma pericoloso gruppo di persone chiamati sionisti. Nonostante siano una minoranza minuscola, hanno manipolato in modo fraudolento e complesso fette importanti di centri finanziari, monetari e politici degli Stati Uniti e di diversi paesi europei»
Ahmadinejad ha usato regolarmente il palco dell’assemblea dell’ONU per attaccare il potere dell’Occidente, con un occhio particolare al suo acerrimo nemico, Israele. Nel 2008 ha accusato «l’entità sionista» di essere colpevole di vari crimini, tra cui l’aver causato la guerra nell’Ossezia del Sud. Una caratteristica dei discorsi del presidente iraniano è il forte uso della retorica religiosa e degli insegnamenti sciiti.


Fidel Castro, presidente di Cuba, 1960

«Se Kennedy non fosse milionario, analfabeta e ignorante capirebbe che non si può fare una rivolta contro i contadini»
Anche Castro non ha scherzato, esattamente cinquant’anni fa, quando ha criticato violentemente e per quattro ore e mezza Kennedy, Nixon e l’imperialismo americano, in piena crisi di rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba. Castro è collegato anche a un altro ricordo bizzarro dell’assemblea di quell’anno: chiese di avere dei polli vivi nella sua camera d’albergo.